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Durante l’ultimo VMworld EU, nel pomeriggio di lunedì, ho avuto l’invito ad una sessione NDA dedicata ai blogger e tenuta da Nutanix. Ovviamente ho accettato con piacere l’invito.

All’incontro vi erano varie persone di Nutanix EMEA (Alan Campbell Regional director Sales, David Lawler Vice Presidend Marketing, Rob Tribe Regional System Engineering Manager, Jason Langore Senior corporate Account Manager, Jane Rimmer Marketing Consultant), come pure alcune persone di VMware (afferenti all’area dedicata a View e all’EUC), coem ovviamente altri blogger (tra cui anche un’altro italiano: Giuseppe Guglielmetti).

Tempo fa avevo già discusso delle loro soluzioni (a seguito di una webconference) e devo dire che ritengo il loro prodotto decisamente interessante e innovativo nel creare un concetto di sistema distribuito che include sia la potenza di calcolo che la parte di storage (per maggiori informazioni, vedere i post relativi all’introduzione e i commenti aggiuntivi).

Come detto la loro soluzione è di fatto un “blocco” all-in-one (di fatto un server con storage locale) ma che può scalare orizzontalmente secondo un approccio scale out perfettamente distribuito (per maggiori informazioni vedere i diversi approcci allo storage). Tra l’altro rappresenta anche un esempio perfetto di Software Defined Storage! Benché potrebbe essere distribuito come semplice “VSA”, si è scelto di renderlo una soluzione completa per garantirne la qualità e le prestazioni.

Oltre che un ottimo esempio di soluzione di storage scale-out, è anche multi-tiered (mischiando Fusion/IO, SSD e SATA) e un filesystem distribuito e perfettamente fault tolerant , senza limiti superiori al mumero di nodi e con una scalabilità perfettamente lineare al crescere dei nodi (altre soluzioni non possono scalare nello stesso modo per limiti sull’architettura, ad esempio per la presenza di nodi in modalità master-slave).

La replica (sincrona) tra i nodi è affettuata a block level (1MB block size) e l’aspetto interessante è che l’acknowledge avviene quando il blocco è stato replicato nella scheda FusionIO del nodo di destinazione, conferendo quindi una latenza decisamente piccola (e che dipende praticamente solo dalla distranza e dalla banda a disposizione).

Al momento la replica è garantisce solo una ridondanza a 2 (di fatto è un network RAID 1), ma senza però alcun nodo con ruoli di master, senza limiti in scalabilità, senza uso di pacchetti di broadcast. L’unico limite, a mio parere, è che attualmente non è possibile controllare dove viene posizionata la replica, complicando scenari come ad esempio il metro cluster. Ma già dalle prossime versione sarà introdotto il concetto di failure domain per eliminare questa problematica.

Come scritto nei post precedenti, attualmente lavoro solo con VMware, ma stanno già valutato il porting ad altri hypervisor (fondamentalmente il limite più grosso è il gestire il pass-through della scheda FusionIO). Inoltre la configurazione default lavora con gli standard virtual switch (per una maggior compatibilità con le edizioni di VMware), ma è comunque supportato l’uso dei distributed virtual switch.

L’oggeto Container è il costrutto con il quale Nutanix esponde un datastore NFS a VMware, l’aspetto interessante è che la procedura di assegnazione e mount è completamente automatizzata:

Nutanix è al lavoro per implementare più funzioni di VAAI e di VM offload possibili, ad esempio per il reclaim dello spazio disco o per gestire in modo efficiente i linked clone in un ambiende VDI basato su VMware View.

Curiosità invece sulla presenza delle persone VMware. Era solo presenza dovuta (ma comunque significativa nel numero e nel livello di persone) per la partnership tra le due aziende o era dovuto anche ad altro?

La risposta completa mi è arrivata solo mercoledì scorso, durante la seconda keynote: Nutanix è parte del programma “View Rapid Desktop”, tanto da essere persino menzionata durante la keynote (vedere il primo esempio a sinistra della slide).

Questo dimostra che la loro soluzione è perfetta (o comunque molto adatta) per gli ambienti VDI, ma si può dire lo stesso anche per ambienti di normale consolidamento server o in ambienti di virtualizzazione business critical application? In questi casi penso (e in realtà è lo stesso messaggio arrivato anche dalle persone Nutanix) che serviranno nodi con configurazione più flessibile, non solo più potenti (dove serva), ma soprattutto più capacitivi (in termine di spazio utile) e con soluzioni per ridurne i costi (anche a corso di perdere funzionalità o sacrificare leggermente le prestazioni).

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Virtualization, Cloud and Storage Architect. Tech Field delegate. VMUG IT Co-Founder and board member. VMware VMTN Moderator and vExpert 2010-24. Dell TechCenter Rockstar 2014-15. Microsoft MVP 2014-16. Veeam Vanguard 2015-23. Nutanix NTC 2014-20. Several certifications including: VCDX-DCV, VCP-DCV/DT/Cloud, VCAP-DCA/DCD/CIA/CID/DTA/DTD, MCSA, MCSE, MCITP, CCA, NPP.