In questa edizione del VMworld Europe si è vista molta Italia…
Partiamo dai partecipanti… sui 7000 dichiarati (anche se non è chiaro se siano contati anche gli organizzatori, gli sponsor, la stampa, ….) pare vi siano stati quasi 250 italiani… una cifra sicuramente degna di nota, considerando la distanza (ma soprattutto la scomodità logistica) della location, il periodo dell’anno (dove già ci sono tanti, forse troppi, eventi e comunque è anche pieno periodo lavorativo), la scocciatura di una valuta locale, il periodo climatico (abbinato alla zona climatica), …
Ma oltre a questo numero c’è stata la presenza massiccia del VMUG.IT (per la prima volta in veste ufficiale), con ben 6 membri del board, che hanno curato le dirette televisive, i resoconti via blog e via twitter, le relazioni sociali e gli incontri. Memorabile poi è stata la birrata del VMUG.IT di lunedì sera, con quasi 40 persone.
Anche nelle sessioni si sono visti degli italiani (entrambi di VMware Italia): Massimo Re Ferrè (speaker) e Luca Zerminiani (co-speaker).
Ma la scena probabilmente più suggestiva è stata la presenza di un case study italiano nell’ultima sessione generale (quella di giovedì): nella prima parte della sessione di Paul Maritz, troviamo Carl Eschenbach che intervista Daniel Bellini e Roberto Cané (rispettivamente CIO e Electronic Systems Manager di Ducati).
Infine come non ricordare che tra i vertici di VMware vi sono alcuni italiani illusti nei vertici di VMware: Maurizio Carli e Vittorio Viarengo sono italiani e Stephen Herrod, pur non essendo italiano, ha comunque sposato un’italiana.