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Uno dei messaggi evidenti dall’evento dei giorni scorsi (Open Storage Summit EMEA 2012) è che, secondo Nexenta ma non solo, il filesystem ZFS è probabilmente quello perfetto per i sistemi storage (sicuramente ben si adatta a quelli NAS oriented, ma con un buon target iSCSI anche a quelli a blocchi). Ovviamente per Nexenta questo è il cuore della loro soluzione NexentaStor solution e dei prodotti derivati e sentendo le loro opinioni, ancora oggi, ritengono che sia la scelta giusta (ovviamente non è semplice cambiare prodotto, ma sembrano realmente non intimoriti da altri filesystem). La conferma viene comunque anche da altre soluzioni di storage che usano anche loro ZFS.

Ma da dove nasce ZFS e perché così interssante? Di fatto è una combinazione di un file system e di un logical volume manager (interessante che siano integrati) sviluppato da Sun Microsystems  nel 2005 per OpenSolaris. Un aspetto interessante è che è implementato come software open-source, licenziato secondo una licenza di tipo Common Development and Distribution License (CDDL); questo ha reso possibile l’utilizzo anche in altri ambiti rispetto ai sistemi operativi tradizionali, come appunto quelli degli storage.

L’elenco delle feature è sicuramente impressionante, ma potremmo sintetizzarlo in questi pochi punti:

  • 128-bits filesystem (ancora oggi molti sono a 64-bits)
  • max file and volume size:  2^64 bytes (16 Exabytes)
  • max number of files: 2^48
  • different layers of disk cache to speed up read and write operations
  • 256 bit checksums end-to-end to validate data stored under its protection
  • no need of fsck because ZFS data are always consistent on disk
  • compression, also at file level
  • unconstrained architecture
  • copy-on-write transactional object model
  • variable-sized blocks of up to 128 kilobytes.

Per ulteriori informazioni (in inglese), vedere:

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