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Nel mio incontro con Spectra Logic, durante il recente evento Powering the cloud, ho avuto modo di parlare con Steve Mackey (VP International). L’azienda è specializzata nel design e nella realizzazione di soluzioni di data protection con tecnologia di backup su tape e su disk.

A differenza della maggior parte delle altre aziende incontrate durante questo evento, Spectra Logic vanta un’invidiabile lunga storia (più di 30 di esperienza nel mondo dello storage) e in effettivi è molto conosciuta negli USA, ma ancora relativamente poco in Europa (e ancora meno in Italia). Non a caso, uno dei loro obiettivo è proprio di aumentare la loro quota in Europa.

La sede principale si trova in Colorado (Boulder), ma hanno anche un ufficio in EMEA (a Londra), con diverse persone sparse sul territorio europeo.

Il mio interesse è caduto sulla parte nastri, per conoscere il loro punto di vista sulla tecnologia (dato che sono in molti a considerare il backup su nastro obsoleto o al limite rimpiazzabile dal VTL). In questo settore, qualcosa sicuramente hanno da dire, visto che hanno pure portato molta innovazione:  tra i primi ad adottare la tecnologia Advanced Intelligent Tape (AIT) in un robotic autoloader e tra i primi ad implementare iSCSI in un prodotto di backup to tape. Inoltre nel dicembre 2010, la linea di prodotti per il tape, si è classificata prima in tutte le 14 categorie del Storage magazine/SearchStorage.com’s 2010 Quality Awards for enterprise and midrange tape libraries.

Secondo il loro approccio, il tape deve essere usato per l’archiviazione (soprattutto di molti dati), a lungo termine, con costante controllo di integrità dei dati, con grande densità di dati. Chiaramente non sostituisce altre soluzioni di backup, ma si aggiunge come ulteriore livello (e il livello di archiviazione è di solito proprio l’ultimo livello).

Le loro soluzioni sono pensate per clienti molto grandi o almeno con dati molto grandi da gestire. Dispongono di molte tipologie di clienti diversi, in diversi segmenti, inclusi quelli della ricerca, dove i cluster HPC tendono a generare moltissimi dati, che vanno archiviati per molto tempo. Hanno anche alcuni clienti italiani.

Una curiosità è che non si limitano a costruire solo le librerie dei nastri, ma anche i propri nastri. Questo perché ogni singolo nastro viene dotato di un chip che ne registra la velocità, quante volte viene usato e il numero di errori dello stesso. In questo modo è possibile conoscere lo stato di salute di tutti i media, ma anche massimizzarne l’uso.

Un’altra curiosità è sul come riescano ad ottenere una densità 3 volte maggiore rispetto ad altri prodotti. I diversi media sono raggruppati in pacchi da 10 cassette chiamati terapack, che permettono di ottimizzare lo spazio e massimizzare la velocità (dato che ogni volta si hanno 10 tape in parallelo). Ad esempio, nelle applicazioni HCP, questo porta a grandi benefici nelle prestazioni.

Naturalmente sono anche incluse funzionalità come la cifratura dei nastri, la retro compatibilità (ad esempio le unità LTO6 possono leggere anche le cassette LTO5), funzioni di vaulting, funzioni di media migration (che volendo può essere svolta in background).

Per quello che riguarda la connettività verso gli host, di base è fornito solo l’accesso a blocchi tramite iSCSI, FC e SAS. Ma con appliance di terze parti è possibile disporre anche di un accesso a file, tramite lo standard LTFS. Sarà interessante vedere se questa seconda modalità di accesso (che si sta sempre più affermando) potrà diventare una delle modalità standard offerte dal prodotto.

Vedere anche: Altri report dell’evento Powering the Cloud 2012.

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