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Il servizio di Microsoft Azure RemoteApp è stato lanciato nel 2014 per fornire l’accesso ad applicazioni aziendali ovunque e su diversi dispositivi, da Windows a Mac OS X, iOS o Android. Le applicazioni aziendali sono eseguite su Windows Server nel cloud di Azure, che ne semplifica la scalabilità e l’aggiornamento. Gli utenti possono accedere in modalità remota alle applicazione dai computer portatili, dai tablet o dai telefoni connessi a Internet. Anche se apparentemente sono in esecuzione nel dispositivo locale dell’utente, le applicazioni sono centralizzate nella piattaforma di Azure.

Però, qualche giorno fa, i clienti Azure RemoteApp hanno ricevuto una mail di questo tipo:

Abbiamo annunciato il nostro piano di ritiro di Azure RemoteApp in data 12 agosto 2016. In base ai commenti dei clienti e alle dinamiche del mercato, abbiamo definito una strategia maggiormente incentrata sulla piattaforma cloud, a favore dell’uso di servizi di virtualizzazione di applicazioni e desktop completi. A tale scopo, stiamo ampliando i nostri rapporti con i partner che si dedicano allo sviluppo di tali soluzioni complete, in particolare Citrix. Citrix è il nostro partner storico in tale settore e di recente abbiamo ampliato il tipo di rapporto che ci lega, a supporto di questa nuova strategia e di nuovi scenari per i clienti in comune che usano il cloud Azure.

In un modo un po’ inatteso, Microsoft rinuncia a questo servizio SaaS su cloud pubblico.

E’ un peccato, considerando che il grande vantaggio del cloud pubblico si ha proprio con servizi di tipo SaaS (si veda ad esempio il grande successo di Office 365), perché riescono a nascondere la grande complessità dello stack sottostante e rendere molto granulari i costi.

Ma forse i limiti di Azure RemoteApp erano proprio nei costi (non così competitivi come potevano essere) e nella complessità nel delivery delle applicazioni che, secondo me, poteva essere gestita in molti altri modi più furbi (se gli MSI non erano gestibili, perché almeno non usare delle bolle App-V?) invede di doversi caricare interi virtual disk. Insomma un’ottima idea, ma che poteva forse essere gestita meglio.

E ora? Chi attualmente utilizza soluzioni basate su ARA avrà un anno per migrare la propria soluzione verso le nuove tecnologie, mentre non sarà più possibile attivare un piano RemoteApp.

Quali saranno le alternative? Per rimanere nel cloud, una soluzione sarà passare ad una soluzione più consolidata e conosciuta, frutto anche di una partnership con Citrix che dura anni e che qualche mese fa aveva trovato un annuncio di possibili attività all’interno di Azure.

Per maggiori informazioni vedere anche questo post.

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