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Ora che anche il VMworld EU 2017 si è concluso, è possibile trarre le conclusioni di entrambi gli eventi e vedere se vi sono state veramente delle novità rispetto al VMworld US 2017.

Partiamo subito dalle general session che purtroppo si sono rivelate troppo simili a quelle americane… del resto era prevedibile avendo anticipato l’edizione europea ad appena due settimane dopo quella americana. Per fortuna l’anno prossimo questo problema sarà minimizzato visto che il VMworld EU 2018 sarà nuovamente spostato, in questo caso ad inizio Novembre. Personalmente avrei preferito Febbraio (come accadeva alle edizioni europee di Cannes), ma è sempre meglio di nulla.

All’inizio della general session del primo giorno, Jean-Pierre Brulard, Senior Vice President and General Manager for EMEA, è salito sul palco per inaugurare l’edizione di quest’anno del VMworld e presentare una panoramica dei contenuti dell’evento. Poi il resto è stata prevalentemente una copia della prima keynote del VMworld US 2017.

Però ho apprezzato la demo sulla realtà virtuale (anche chi non segue il programma TV “Silicon Valley” sa che tutti vanno matti per questa tecnologia) dove sul palco Alan Renouf. La demo in sé non era nulla di eclatante: applicare la VR alla gestione delle VM è più da nerd or da amanti di Minority Report, ma quello che è piaciuto (e il lungo applauso lo ha dimostrato) è stato vedere una persona nata dalla community, cresciuta professionalmente e gerarchicamente, arrivata fino a presentare ad una keynote… Wow!

Per il resto Pat Gelsinger ha inserito le innovazioni tecnologiche di oggi nel contesto dei più importanti cambiamenti sociali e del mondo del lavoro che riguardano la nostra era (mostrando ad esempio come, in soli 200 anni, i posti di lavoro nel settore agricolo negli Stati Uniti siano passati dal coinvolgere l’80% al 2% della forza lavoro). La sfida di trasformare continuamente i processi aziendali e di offrire esperienze eccezionali ai clienti è affidata a tutti noi e alla capacità di essere pionieri e portatori del cambiamento.

Un altro aspetto fondamentale evidenziato nel keynote è l’impatto reale per i clienti di VMware: Pat Gelsinger (insieme a Sanjay Poonen, COO di VMware, Customer Operations) è stato raggiunto sul palco dalle organizzazioni che hanno contribuito a offrire grandi innovazioni, come Swisscom e Node Africa.

Gelsinger è stato inoltre affiancato da David Kenny, SVP IBM e Cloud Platform, per spiegare la relazione tra IBM e VMware (e ora Dell EMC) – mostrando come le partnership innovative di VMware consentano ai clienti di creare ambienti IT ancora più agili.

Il secondo giorno ha visto sul palco Sanjay Poonen, Chief Operating Officer, Customer Operations, e Ray O’Farrell, EVP and CTO; insieme al CEO, Pat Gelsinger. Insieme, hanno risposto ad alcune delle domande che i partecipanti avevano posto dopo la general session del primo giorno… maggior interattività sicuramente apprezzabile da parte di qualunque azienda.

Poi il resto è stata una dimostrazione di come un’azienda (fittizia) potesse affrontare un percorso di digital transformation usando tecnologie di VMware, dei partner e open-source. Molte persone l’hanno trovata troppo simile ad una (brutta) “sit-com” (potremmo dire un’americanata), ma personalmente ho apprezzato il tentativo (magari non proprio il risultato finale): si fa presto a parlare di digital transformation (ed è difentata la buzz-word del momento), ma poi come si può realmente applicarla ed utilizzarla? Qua almeno è stato fornito un esempio pratico (benché basandosi su un’azienda fittizia):

Ciò che è apparso ovvio delle due general session è come il messaggio di VMware abbia ancora cambiato focus… meno focalizzato per le persone tecniche e più orientato ai cosiddetti C-levels delle aziende. Del resto rispecchia anche il tipo di interlocutori che oggi VMware affronta, sempre meno il reparto tecnico e sempre più direttamente i piani alti aziendali.

Riguardo agli annunci dei nuovi prodotti o delle nuove versioni non c’è stato molto di significativo, rispetto all’edizione americana. Certo, tra i due eventi la lista dei vari prodotti è molto veriegata ed estesa, ma all’edizione europea sono stati annunciati praticamente solo (o almeno quelli che mi sembrano i più interessanti):

  • VMware AppDefense: is a new data center endpoint security solution that embeds threat detection and response directly into data center application endpoints. Because AppDefense is installed in the vSphere hypervisor, it has rich context and visibility into all provisioning events. Wasn’t NSX the way to provide also endopoint secuity? From this event seems mor that NSX will become an infrastructure platform security layer and AppDefense will be a deep guest security layer.
  • VMware vSphere Integrated Containers 1.2: to provide an easy way to container adoption, enabling enterprises with vSphere 6.x to run containers in their existing SDDC environment.
  • VMware HCX Technologies: not only VMware Cloud on AWS, but also a general and similar solutions for partners (initially with IBM and OVH starting from late 2017) to abstract multisite resources and presents them to the apps as one continuous hybrid cloud, providing infrastructure hybridity. More important, compared to VMware Cloud on AWS, also with compatibility with previous vSphere releases (and not only for 6.5U1)!

Nonostrante l’annuncio di VIC 1.2, il mondo delle Cloud Native Application (CNA) è sembrato essere più sotto-tono rispetto agli altri anni (e significativa è stata l’assenza di Kit Colbert durante le keynote). Questa osservazione è stata posta anche come domanda alla keynote del secondo giorno, ma senza avere una risposta soddisfacente e chiara… che VMware si stia rendendo conto che non è così facile approcciare questo mondo? Del resto anche tra i partner presenti (tolti AWS e pochi altri) mancavano esponenti di questa realtà!

Naturalmente la soluzione che ha fatto da padrona è VMware Cloud on AWS, che però già era argomento del VMworld dell’altro anno e di fatto è solo partita come offerta in una region americana. Dovremo aspettare che prima venga attivata un’altra region, poi forse la prima region in UK e poi il resto della comunità europea. Il rischio è che potrebbe passare troppo tempo e altre soluzioni, come HCX, potrebbero avere il sopravvento… vedremo.

Ci si potrebbe chiedere chi potrà beneficiare di più da questa partnership tra VMware e Amazon: sicuramente all’inizio VMware perché introduce nel suo listino di prodottti e servizi qualcosa che prima non aveva (in realtà aveva come vCloud Air, ma sappiamo tutti cosa è successo) ma anche perché vede associato il suo nome ad un grosso player nel mondo del cloud pubblico (presente anche come partner platinum nella Solution Exchange)… alla lunga però potrebbe risultare vincente per AWS, nel caso in cui i clienti inizio anche ad adottare servizi e soluzioni native di quel mondo. Qua in realtà è un po’ tutto da capire anche nei costi, perché guardandoli nudi e crudi sembrano alti, ma più persone di VMware insistono sul fatto che il costo per VM potrebbe essere molto minore del costo di EC2 (a pari sizing) su AWS… in questo caso chi potrebbe “perderci” potrebbe essere proprio Amazon (in realtà ci guadagnerebbe comunque qualcosa dalla vendita diretta verso VMware)… Insomma la guerra del cloud è appena iniziata.

Riguardo la Solution Exchange al solito è ridotta rispetto all’edizione americana, ma non saprei dire se è più piccola rispetto all’anno scorso… Alcuni partner non c’erano o erano ridimensionati, ma vi erano anche partner nuovi.

Per quanto riguarda le Community, ed in particolare quelle di VMware ho visto molto fermento… tralasciando i vari VMUG (sui quali bisognerebbe spedere qualche parola a parte) le community dei vExpert, della VMTN (i forum di VMware), di CloudCred e di {code} hanno fatto segnare molte interessanti iniziative e novità. Prima tra tutti l’Hackathon che già c’era l’anno scorso, ma che quest’anno è stato su un altro livello.

Una delle domande della general session del secondo giorno era sul solito dilemma tra software OpenSource vs.  Software Proprietari (VMware ha soluzioni prevalentemente proprietarie). Ray ha parlato di come la collaborazione e l’eccellenza tecnica siano fondamentali per l’evoluzione dei prodotti di VMware. Ha fornito una visione del team che si dedica all’open source in VMware, parte del team del CTO, e la sua sempre crescente collaborazione con la comunità open source, compresi i contributi significativi di VMware ai progetti esistenti, nonché lo sviluppo di nuovi progetti e iniziative. Un’apertura al mondo OpenSource, dove però al momento riguarda più che altro le iniziative della parte {code}. Sicuramente un’apertura ad una standardizzazione maggiore, ma non implica necessariamente abbracciare soluzioni e scelte OpenSource.

Per finire c’è da dire che la logistica è stata migliorata dall’anno scorso, riorganizzando le diverse aree e creando spazi più grandi (11.000 partecipanti ma senza gravi intoppi nella “viabilità”)… rimane ancora migliorabile, vedremo cosa faranno l’anno prossimo visto che la location è sempre la stessa.

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