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La virtualizzazione di sistema (e nello specifico la virtualizzazione dei server) rimane fondamentale per numerose infrastrutture di data center, anche se qualcuno pensa che la virtualization non è più così importane, o persino che possa essere una commodity.

Nelle soluzioni on-premise, VMware (by Broadcom) rimane ancora la soluzione principale con un’ampia adozione (oltre il 60% degli utenti utilizza VMware vSphere, secondo diversi analisti), ma dopo l’acquisizione di Broadcom e tutti i cambiamenti nel modello e nel prezzo di licenza, alcuni clienti stanno valutando qualche alternativa.

E ve ne sono parecchie, guardando il numero di post e l’interesse sull’argomento:

Gartner ha realizzato un suo elenco delle 5 alternative, anche se forse è troppo focalizzato alle realtà Enterprise:

  • Nutanix Cloud Infrastructure
  • Public Cloud IaaS
  • Microsoft Azure Stack HCI
  • Microsoft Hyper-V
  • Red Hat OpenShift Virtualization

Altre liste danno un elenco più realistico con un ordine in base all’adozione (on-prem), come ad esempio top ten virtualization solutions:

  1. VMware vSphere
  2. Hyper-V
  3. Nutanix Cloud Platform
  4. SUSE Linux Enterprise Server
  5. XenServer by Citrix
  6. Enterprise Linux with Smart Virtualization|Redhat Virtualization by IBM
  7. VM Server|Oracle Linux by Oracle
  8. Virtuozzo Hybrid Server
  9. Sangfor HCI
  10. Scale Computing

Ma quali criteri usare per confrontare le diverse soluzioni ed eventualmente valutarne una piuttosto che un’altra?

Maturità e livello di adozione

Non tutti i prodotti hanno lo stesso livello di maturità. Naturalmente VMware è stata la prima (ESX Server è stato il primo hypervisor di tipo 1 per piattaforma Intel/AMD) e ha il massimo in termini di anni di esperienza.

Lo stesso vale per il livello di adozione… alcuni prodotti sono diventati uno “standard de facto” e diventa molto più probabile trovaro appliance virtuali o soluzioni di terze parti per questi prodotti.

Scalabilità

La piattaforma dovrebbe crescere insieme alla crescita aziendale ed essere in grado di eseguire i worload senza limiti di prestazioni o risorse. Dovrebbe essere facile aggiungere o riassegnare risorse e gestire un numero crescente di macchine virtuali.

Soprattutto nel caso di applicazioni con uso intensivo di risorse, non bisogna dimenticarsi di esaminare l’efficienza nell’uso delle risorse.

Compatibilità e validazione

Prima di ogni altra decisione è meglio assicurarsi che la soluzione supporti i sistemi operativi e le applicazioni che si vogliono eseguire.

La compatibilità deve includere sia gli aspetti hardware che software, soprattutto nel caso si vogliano riutilizzare server/storage esistenti.

Supporto da parte del vendor e della community

Non tutti i vendor hanno lo stesso supporto e questo può fare un’enorme differenza per una soluzione mission-critical come un prodotto di virtualizzazione dei server!

Anche un buon supporto da parte della comunità può essere prezioso, soprattutto per le soluzioni open source ma anche per le soluzioni proprietarie. Cercare nei forum, nella documentazione, nelle KB per valutare la bontà delle informazioni e del supporto.

Interoperabilità e supporto terze parti

Soprattutto per le soluzioni backup, se si prevede di utilizzare il backup delle VM a livello immagine (senza agent), è necessario verificare l’interoperabilità, il supporto e la certificazione da parte di diversi fornitori di backup. Naturalmente, è possibile gestire gestire l’ambiente virtuale come il fisico, utilizzando backup con agente che lavori a livello file… ma questa soluzione può presentare alcuni difetti in termini di prestazioni, carico di rete, carico nei sistemi operativi guest…

Tool di migrazione

Parlando di strumenti di terze parti, una categoria importante è rappresentata dagli strumenti di migrazione. In passato erano cruciali per facilitare ed accelerare la migrazione dal fisico (utilizzando strumenti P2V), ma ora possono essere molto importanti per la migrazione da piattaforme diverse e/o verso il cloud (utilizzando strumenti V2V).

Costo e modello di licenza

Naturalmente il costo è importante, ma bisogna sempre considerare il costo totale di proprietà (TCO), perché di solito ci sono molti costi non ovvi (ad esempi i costi di gestione). Bisogna comprendere il costo totale di proprietà di qualsiasi soluzione, comprese le licenze iniziali, gli abbonamenti e gli eventuali servizi di supporto necessari. Le soluzioni open source possono offrire vantaggi in termini di costi, ma bisogna valutare se soddisfano tutte le esigenze rispetto alle alternative a pagamento.

Livello di conoscenza ed esperienza

Passare da una soluzione di virtualizzazione a un altra, anche se tecnicamente può essere abbastanza semplice, significa anche che è necessario acquisire nuove conoscenze su un nuovo insieme di tecnologie. Questo non è qualcosa che viene fatto dall’oggi al domani e deve essere pianificato adeguatamente. In secondo luogo, a seconda della tecnologia scelta, il gruppo di persone che conoscono quella tecnologia specifica potrebbe anche essere molto inferiore a quello che conosce VMware.

Gestibilità ed usabilità

In relazione alle conoscenze richieste, un’interfaccia di gestione intuitiva semplifica le attività amministrative e riduce la curva di apprendimento per il tuo team.

Ma potrebbe esserci bisogno anche di una potente riga di comando o di altri modalità (come le RestAPI) per eseguire l’automazione su larga scala.

Sicurezza e compliance

Quando si sceglie un’alternativa, bisogna valutare molto bene anche le funzionalità relative alla sicurezza e accertarsi che il prodotto disponga anche delle certificazioni/conformità di sicurezza adeguate.

Funzionalità

In passato il divario di funzionalità costituiva un enorme fattore di differenziazione, ma ora la maggior parte delle soluzioni di virtualizzazione offre un set di funzionalità comuni, come la migrazione delle VM a caldo, l’HA e le funzionalità di backup.

Per le PMI infatti la differenza è piuttosto piccola (per il confronto delle funzionalità), ma per le aziende ci sono comunque alcune funzionalità uniche disponibili solo in alcuni prodotti.

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