Durante l’ultimo VMworld US, ho approfittato dell’occasione anche per conoscere qualche vendor che in Italia ancora non è presente (e alcuni non sono neppure presenti nell’intera EMEA).
Una delle mie visite ha riguardato Nimbus Data Systems, un’azienda privata fondata nel 2006 (tanto per cambiare nell’area a sud di San Francisco, ma che oramai ha uffici anche in Europa e, in particolare, in Olanda e Regno Unito).
Il loro prodotto di punta (e vincitore anche di alcuni premi) è il Sustainable Storage®, una piattaforma di storage intelligente, efficiente, completamente fault-tolerant e completamente basata su tecnologia solid state, pensata per virtualizzazione server e desktop, database, ambienti di HPC e generazioni future di piattaforme cloud.
Sintetizzando in tre parole, secondo i loro obiettivi, lo storage deve essere: performante, efficiente e semplice! Se per gli ultimi due aspetti basta lavorare solo sul lato software, per garantire un sistema high performance un buon hardware standard e dei dischi SSD potrebbero non bastare.
Proprio per questa ragione, l’azienda ha sviluppato (e prodotto) al suo interno tutta la tecnologia, da quella software (utilizzano un sistema operativo specifico, HALO operating System, anche se dovrebbe di fatto essere un fork di Linux con varie ottimizzazioni e driver custom), all’intera parte hardware!
Partendo proprio dagli SSD (indicati semplicemente come Flash Drive e che sono l’unico tipo tecnologia di memorizzazione adottata sui loro storage), completamente progettati da zero, auto-prodotti e con caratteristiche decisamente uniche:
- Ogni unità di storage prevede fino a 24 moduli flash
- Ogni modulo flash arriva fino a 2 TB (nella foto uno da 1 TB)
- Ogni modulo flash include una cache integrata
- Le varie cache integrate agiscono come un’unica cache distribuita e scalabile
- Ogni modulo flash dispone anche di una memoria non-volatile (elimando la necessità di inutili batterie)
- Ogni modulo flash è collegato con un’interfaccia a 6 Gbps nativi
- Tutto è stato progettato per eliminare qualunque potenziale “collo di bottiglia”
Ma anche il resto dell’hardware è completamente auto-prodotto (in realtà nei primi storage era hardware standard SuperMicro) e ingegnerizzato per le massime prestazioni e per avere un sistema full hot-swap e power-efficiently.
Lato front-end sono disponibili numerose soluzione di connessione:
- Up to 16 ports of Gigabit Ethernet
- Up to 16 ports of 10 Gigabit Ethernet
- Up to 8 ports of 16 Gbps Fibre Channel
- Up to 8 ports of 56 Gbps Infiniband
Da notare che la scalabilità di questo storage segue il modello scale-in (per maggiori informazioni vedere il mio post precedente sul modelli scale-in e scale-out), che a prima vista potrebbe semprare un approccio “old-style”… La verità è che, avendo eliminato i colli di bottiglia, dispondendo di una cache distribuita e di un buon front-end, questo approccio contribuisce a mantenere semplice il sistema (i modelli scale-out richiedono software ben più complessi)e garantisce una scalabilità lineare.
Per quanto riguarda il software, il sistema operativo HALO fornisce le funzioni di gestione end-to-end, gestisce l’ottimizzazoine, il monitoraggio, la sicurezza e la protezione dei dati. Progettando un sistema ad-hoc pensato per un’architettura 100% basata su flash memory, HALO sfrutta queste potenzialità cercando di massimizzare le prestazioni, ma anche la vita delle memorie flash.
L’elenco delle funzioni offerte dal software è abbastanza grande, ma l’aspetto importante è che tutte le funzionalità sono già licenziate comprando lo storage (approccio usato solo in alcuni modelli di storage)!
Inoltre HALO fornisce anche un accesso unificato iSCSI, Fibre Channel, Infiniband, NFS, e CIFS rendendo quindi questi storage sia dei NAS che delle SAS, senza bisogno di gateway aggiuntivi.
Conclusioni
A prima vista, alcune scelte progettuali possono suonare strane e, di primo acchito, inspiegabili.
In realtà ho già spiegato il perché della scelta di un modello scale-in (invece di uno scale-out) per l’espasione dello storage. E immagino che sia diventato anche chiaro il perché di una soluzione hardware e software completamente progettata e realizzata in modo custom (decisamente in contrasto con la tendenza di usare hardware standard e lavorare solo sulla parte software). Del resto è forse l’unico modo per spingere le prestazioni al massimo e sfruttare la tecnologia flash disk al meglio.
Rimane curiosa la scelta di usare solo la tecnologia flash senza neppure qualche disco “capacitivo” in tecnologia SATA o SAS… non tanto per i discorso prestazioni, ma per un discorso costi! In realtà, secondo i dati presentati in questa pagina, pare che i costi siano persino minori di una soluzione basata su dischi SAS a 15K! Certo… hanno evitato (forse volutamente) il confronto con una soluzione SATA (magari una ibrida con multi-tiering dei blocchi) ma sembrano comunque dati interessanti e se poi andiamo ad includere i costi operativi (come quelli legati alla potenza elettrica ed il raffreddamente) il TCO risultante sembra ribadire maggiormente la convenienza di questo tipo di soluzione!
Per maggiori informazioni, vedere il sito web ufficiale e questa pagina (che include diversi documenti, in inglese).