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Per l’elenco di tutti gli obiettivi vedere la pagina dell’esame VCP5.

Objective 6.3 – Perform Basic vSphere Storage Troubleshooting

Verify storage configuration (similar as vSphere 4.x)

Vedere la vSphere Troubleshooting guide (page 45). Inoltre è richiesta una conoscenza minima sugli storage enterprise e sulle relative architetture (in particolare di SAN FC e iSCSI).

Troubleshoot storage contention issues (similar as vSphere 4.x)

Vedere la vSphere Troubleshooting guide (pag. 45) e vSphere Storage guide (pag. 24).

Troubleshoot storage over-commitment issues (similar as vSphere 4.x)

Vedere la vSphere Storage guide (pag. 183) e VCP5 Exam Prep – Part 3.1 (nelle sezioni del thin provisioning).

Troubleshoot iSCSI software initiator configuration issues (similar as vSphere 4.x)

Vedere la vSphere Storage guide (pag. 107). Inoltre potrebbe essere necessaria anche una dignostica a livello networking.

Troubleshoot Storage Reports and Storage Maps (similar as vSphere 4.x)

Vedere il sito Using VMware vSphere Storage Views.

Identify the root cause of a storage issue based on troubleshooting information (similar as vSphere 4.x)

Vedere la vSphere Troubleshooting guide (pag. 45).

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Ho da poco ricevuto l’email per la registrazione del mio esame VCP5 all’interno del transcript ufficiale:

The VMware education transcripts will now include your VMware technical certifications.
Your online transcripts will reflect your VMware Certified Professional on vSphere 5 status as soon as you:
–  Confirm your shipping address
–  Consent to transcript release
–  Accept the VMware Certification Agreement

Con questo, tutti gli esami VMware sono correttamente elencati nel mio transcript e, fino alle prossime nuove certificazioni, sono a posto. In realtà mi mancano ancora tre welcome kit (incluso quello del VCDX4)… ma a quanto pare dovrebbero essere tutti in spedizione e arrivare nelle prossime settimane.

Posso anche confermare il rumor sulla licenza di Workstation: con il VCP5 è incluso VMware Workstation 8, con però la seguente nota:

DISTRIBUTION OF VMWARE WORKSTATION 8 LICENSES FOR VCP5s WILL START OCTOBER 20, 2011

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Con la nuova versione di VMware vSphere si sono verificati alcuni radicali cambiamenti, con la rimozione di alcuni prodotti e funzioni, ma anche l’introduzione di new entry (per l’elenco completo delle nuove 140 feature di vSphere 5 vedere vSphere 5.0 Features e Duncan’s 50 out of 140 vSphere 5 Features Challenge).

Chi esce:

Chi entra (per un elenco completo vedere i link precedenti):

  • vCenter Server per Linux: distribuito come VCSA (vCenter Server Virtual Appliance)
  • Web Client diviene un possibile sostituto multipattaforma del vSphere client (almeno per i compiti ricorrenti)
  • AutoDeploy
  • Gestione centralizzata dei log e core dump degli host
  • Storage DRS e Storage Profile
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Sul VMTN Blog (il blog della Community VMware) è stato pubblicato il mio “vExpert Spotlight”, una “mini-intervista” in inglese con tre domande fisse (per tutti i vExpert):

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Come scritto in precedenza, Dell ha recentemente rilasciato la nuova versione di alcuni software per Equallogic, tra cui l’Host Integration Tools (HIT) for VMware 3.1 compatibile per vSphere 5 (in particolare supporta gli Storage Cluster e le estensioni VASA). Dal sito del supporto Equallogic è possibile scaricare l’appliance e la relativa documentazione.

L’appliance è distribuito sotto forma di file OVA (la versione corrente è HITVE-3.1.1.32.ova) ed il deploy avviene come per ogni altro appliance. Da notare che richiede due interfacce di rete: una verso la rete del vCenter Server ed una verso la rete iSCSI (o la rete di gestione degli Equallogic). L’appliance è basato su una distribuzione CentOS 5.3 (decisamente datata oramai) ed è configurato con virtual hardware 7 (quindi può funzionare tranquillamente anche su host v4.x), 1 vCPU e 2 GB vRAM (anche se apparentemente ne basterebbe anche solo 1,5 ).

Una volta acceso l’appliance, bisogna usare la console (o SSH) e collegarsi come utente root con password eql (successivamente è possibile cambiarla). A questo punto parte un programma di setup e configurazione abbastanza intuitivo:

La configurazione di View e VASA sono opzionali ed appena viene registrato il plugin di vCenter Server l’appliance viene riavviato. L’aggiornamento prevede l’uso di una ISO apposita con i file di aggiornamento. Ma è anche possibile cancellare il vecchio appliance e procedere con il deploy di quello nuovo (se ci si dimentica di de-registrare il plugin dell’appliance vecchio, basta farlo durante la configurazione di quello nuovo).

Una volta che l’appliance è configurato e i plugin sono registrati, quindi appariranno nella schermata principale del vSphere Client (come riportato in figura), ma anche in numero menu e tab contestuali.

Il Datastore Manager e l’Auto-Snapshot Manager sono di fatto la gestione dei volumi e delle snapshot dell’Equallogic, con un’interfaccia del tutto simile a quella nativa dello storage. Il plugin del Virtual Desktop Deployment integra invece le funzioni del View Manager, permettendo la creazione dei pool direttamente da vCenter Server.

Oltre ai plugin, vengono anche creati nuovi allarmi specifici per lo storage, rendendo quindi vCenter Server la piattaforma di gestione e monitoraggio anche per la parte storage (in realtà per alcune operazioni, come l’aggiornamento del firmware dell’Equallogic, sarà ancora necessario usare la console di gestione specifica).

Più curiosa invece, nel mio caso, la registrazione della parte VASA: ovviamente serve vCenter Server 5 e l’appliance richiede un utente per permettere la connessione a vCenter (le API VASA sono sono direttamente sull’Equallogic, ma vengono esportate tramite dall’HIT tramite https://HIT_IP/vasa/services/vasaService). Ma il vCenter Server non permetteva la registrazione, a causa di un errore di questo tipo “cannot connect to profile-driven storage service”.

Cercando le possibile cause avevo trovato, nelle release note, il possibile conflitto con la parte server del Web Client oppure, nel KB2001804, la possibile mancata registrazione del servizio a causa in precoce riavvio del vCenter Server. La verità è stata ancora più curiosa: “semplicemente” mancano i servizi legati a Inventory e Service Profile-Driven Storage (forse un dovuti problema durante l’installazione di vCenter Server); per ripristinarli è bastato lanciare l’installazione di vCenter Server.

Una volta che il VASA provider è stato registrato, diventa possibile creare nuovi storage profile con alcune capability che vengono lette automaticamente dallo storage. Da notare che queste informazioni sono disponibili anche con il firmware 5.0.8 (non ho ancora avuto modo di provare se con il firmware 5.1.x ve ne siano di più).

 

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Come in molti sapranno, ESX/ESXi fornisce numerose informazioni sull’hardware sottostante (tramite CIM) e spesso queste sono più che sufficienti sia per motivi di inventario (ad esempio è possibile leggere il Service Tag di un server) sia di monitoraggio.

Ma per alcuni compiti particolari (ad esempio la ricostruzione del RAID dei dischi locali o verificare come sono popolati i banchi di memoria) è necessario utilizzare i tool nativi del vendor di hardware. Nel caso dei server Dell, il tool in questione si chiama OpenManage Server Administrator (OMSA) ed attualmente è giunto alla versione 6.5 ed è disponibile per numerose piattaforme di sistemi operativi (per sistemi fisici) o di hypervisor.

Per vSphere 5 è già disponibile una versione preliminare e funzionante (che al momento però non è inclusa nel repository ufficiale):

continue reading…

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Per l’elenco di tutti gli obiettivi vedere la pagina dell’esame VCP5.

Objective 6.2 – Perform Basic vSphere Network Troubleshooting

Verify network configuration (same as vSphere 4.x)

Per informazioni basilari sul virtual networking (e sui vSwitch standard) vedere: VMware Virtual Networking Concepts for basic concepts for standard virtual switches. Per maggiori informazioni sui vSwitch distribuiti vedere i riferimenti contenuti nella parte: Objective 2.2 – Configure vNetwork Distributed Switches.

Verify a given virtual machine is configured with the correct network resources (same as vSphere 4.x)

Vedere l’articolo VMware KB: Troubleshooting virtual machine network connection issues ed il sito web http://damiankarlson.com/vcap-dca4-exam/objective-6-3-troubleshoot-network-performance-and-connectivity/

Troubleshoot virtual switch and port group configuration issues (same as vSphere 4.x)

Utilizzare gli stessi riferimenti precedenti. Per i port group di tipo vmkernel il comando vmkping più aiutare (parzialmente, visto che in caso di più interfacce sulla stessa rete non permette di specificare quale usare) nella diagnosi (notare che di default i pacchetti vengono frammentati a livello 3 e quindi bisogna usare l’opzione -d per testare, ad esempio, i Jumbo Frames).

Troubleshoot physical network adapter configuration issues (same as vSphere 4.x)

Ogni pNIC è un uplink che collega vSwitch con pSwitch. Bisogna quindi ricordarsi di:

  • configurare le porte di uplink dei pSwitch in modo omogeneo
  • è possibile usare uplink da schede di vendor diversi (e da un punto di vista di vDesign è meglio mischiare pNIC da schede diverse)
  • è possibile usare uplink a velocità diverse (ma questo può complicare la configurazione e creare di problemi di prestazioni)
  • nel caso si utilizzi la policy di teaming di tipo IP hash, bisogna configurare le porte dei pSwitch in modo opportuno (LAG o Etherchannel)
  • il beacon probing ha senso solo con almeno 3 pNIC

Identify the root cause of a network issue based on troubleshooting information (similar as vSphere 4.x)

Si possono utilizzare diverse tecniche. Solitamente lavorando con approcci top-down o bottom-up sui livelli di rete si possono ottonene sufficienti informazioni. In altri casi un’analisi dei pacchetti può aiutare ad ottere maggiori informazioni (vedere Using a Network Packet Analyzer on a VMware vSphere Virtual Network e VMware KB: Capturing a network trace in ESXi using Tech Support).

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