PHD Virtual Monitor è una soluzione di monitoraggio di ambienti virtuali (e non) che fornisce visibilità dell’infratruttura IT a qualunque livello, dal livello fisico a quello applicativo. Quindi non si limita a funzioni di solo strumento multi-hypervisors monitor (come descritto nel precedente post), ma anche a sistema di tipo multi-platform e per ambienti e/o oggetti eterogenei.
Per ambienti basati Citrix XenServer può sicuramente interessante, visto che le funzioni standard offerte per il monitoraggio sono decisamente semplici e minimalistiche (inoltre nella versione free non vi sono allarmi attivabili). Si possono monitorare, sia per gli host che per le VM, relativamente pochi parametri legati a: CPU e memoria e, dalle versioni recenti, anche il networking e i dischi (ma questi ultimi solo per le VM). Anche i grafici sono semplici e spartani come si può vedere nell’immagine seguente.
Ma può essere anche utile in piccoli ambienti con ESXi, dove magari il vCenter Server non è neppure stato installato o non è disponibile come licenza. Ovviamente anche reltà medio-grandi con queste due piattaforme potrebbero essere interessante (anche se ho qualche dubbio sulla capacità della soluzione di scalare su grandi numeri).
Con la soluzione di PHD Virtual è possibile monitorare, in modalòità agent-less, sia sistemi XenServer (anche nell’ultima versione 6) che vSphere (inclusa l’ultima versione 5). Per XenServer è probabilmente la prima vera soluzione di monitaggio di terze parti (benché fosse possibile realizzarne di svariate usando programmi general purpose e un bel po’ di pazienza e tempo).
Questo prodotto lavora in modalità client-server ed è un servizio web-oriented. Richiede un sistema Windows (funziona anche su un semplice Windows XP) per la parte server e di un database per la memorizzazione dei dati (di default viene installato SQL Express). Personalmente avrei preferito una soluzione sotto forma di virtual appliance (ma è anche vero che non è limitato al monitoraggio dei soli sistemi virtuali). Per la parte cliente è sufficiente un browser (funziona persino con un vecchio Microsoft Internet Explorer 6), con la necessità anche di un plugin per alcune aree del sito web.
Per aggiungere al monitoraggio un ambiente virtuale, è sufficiente seguire il wizard presente nella home page:
A questo punto basta aggiungere i vari host a quelli licenziati dal prodotto di monitoraggio e si avranno a disposizione vari dati del proprio ambiente, incluse le informazioni sugli host, sulle macchien virtuali e alcune informazioni sullo storage… il tutto senza bisogno di specifici agenti, che invece saranno sempre necessari per monitorare eventuali altri sistemi fisici.
In questo esempio è possibile vedere alcune informazioni di un sistema banale composto da un solo host XenServer, una VM e una macchina fisica:
Ovviamente la scelta di lavorare in modalità agent-less presenta alcuni limiti… ad esempio non vi sono informazioni sui dettagli dell’hardware e/o sull’inventario dei vari sistemi (informazioni invece presenti nel caso fisico e in modalità agente). Teoricamente molte di queste informazioni si potrebbero ottenere con SNMP, CIM, WMI e/o API specifiche… ma si vede che al momento non hanno pensato ad implementarle.
Il vantaggio di un sistema di monitoraggio multi-platforma però è dato dall’avere tutte (o molte) informazioni in un’unico punto, che permette di implementare semplici dashboard, sistemi di correlazione, … tutto a vantaggio soprattutto degli operatori. Per alcuni oggetti però l’integrazione potrebbe non essere così immediata come nel caso degli ambienti di virtualizzazione, ma potrebbe essere necessario ricorrere ad un parte di programmazione.
Per ulteriori informazioni vedere anche (in inglese):
- PHD Virtual Monitor review (from Vladan Seget)
- PHD Virtual Monitor review (from Van Van Noy)
- PHD Virtual Monitor for VMware Webinar (on YouTube)