Per tutti quelli che devono preparasti all’esame VCAP-DCA (ricordiamo che la beta del VCAP5-DCA è oramai imminente) è necessario un buon laboratorio per fare pratica. Ma in realtà può tornare utile in molti altri casi, inclusi ambienti di demo.
Benché esistano numerose opzioni per costrirsi un proprio laboratorio, le soluzioni più usate sono di implementare tutto in virtuale (usando le “nested VM”) virtualizzando tramite:
- VMware Workstation/Fusion su host OS: la soluzione tipica per crearsi il lab su un portatile (con il vantaggio di avere una grande mobilità).
- ESXi 5 su un server p una whitebox: soluzione più usata se il sistema dovrà rimanere sempre accesso o rimarrà in un posto fisso. Notare che una whitebox è normalmente un PC assemblato con caratteristiche comparabili ad un server e funzionante con ESXi, benché non ufficialmente supportato.
Entrambe le soluzioni possono andare bene, ma ovviamente quella basata su Workstation non è molto scalabile. Per le configurazioni di varie whitebox vi sono numerosi siti (segnalo, ad esempio, Home VLab: il mio nuovo WhiteBox e Il mio nuovo lab – gli host). Ma se il sistema dovrà rimanere sempre accesso consiglio anche di valutare un vero e proprio server… (tra l’altro gli ultimi modelli sono estremamente silenzioni e potenti).
Capito l’aspetto “fisico”, cosa bisogna fare per l’ambiente virtuale?
Qualche giorno fa mi sono imbattutto in un interessante progetto chiamato vSphere 5 Auto Lab che vuole essere un modo per implementare un ambiente vSphere in virtuale su un singolo sistema usando VMware Workstation, Fusion o ESXi.
AutoLab
All’interno del zip file scaricabile dal sito Autolab sono inclusi delle configurazioni di VM, script e vari automatistmi. Il risultato sarà un lab completo con due ESXi server, un Windows Active Directory Domain Controller, un Windows Virtual Center, un FreeNAS storage appliance e un FreeSCO Router.
L’aspetto forse più interessante è proprio negli script e in come avviene il deploy delle varie VM.
I requisiti sono ragionevli e questa tabella li riassume:
Hardware | Minimum | Great Choice | Used to build the lab (laptop bought in 2009) |
CPU | Dual Core, 64Bit | Quad Core, i7 | Core2 Duo |
RAM | 8GB | How much can you afford? | 8GB |
Hard Disk | 60GB free space | 120GB SSD free space | Second SATA hard disk, Laptop OS on small SSD |
Operating System | 64 Bit | ESXi 5.0 | Windows 7 64Bit |
Virtualization Software | VMware Player (untested) | ESXi 5.0 | VMware Workstation 8.0.2 |
Suggerimenti per la soluzione basata su ESXi
Usando un host fisico con ESXi è possibile sfruttare due funzioni uniche di questo sistema:
- Transparent Page Sharing (KB 1021095) che può ridurre la memoria necessaria ad eseguire il vostro ambiente.
- La funzione di vmdk sharing: utilizzabile per costruire guest cluster, a quindi anche per costruire il cluster di nodi ESXi senza la necessità di disporre di un applianche iSCSI o NFS (avevo già commentato questa funzione quando ho mostrato come implementare in virtuale un XenServer Pool).
Suggerimenti per la soluzione basata su Workstation
Usando Workstation c’è la comoda funzione che permette di realizzare un linked clone a partire da uan VM snapshot (in realtà i linked clone vi sono anche in vSphere, ma non sono direttamente configurabili dalla GUI… però sono usati ad esempio in VMware View o in vCloud Director). In questo modo è possibile ridurre lo spazio occupato (rendendo ad esempio possibile l’uso di un SSD) e il numero di blocchi nei quali avvengono le operazioni di I/O (rendendo più efficace la cache).