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Durante la fase di aggiornamento a vSphere, vi possono essere due approcci differenti per aggiornare gli host: riferli da capo con una reinstallazione o provare ad aggiornarli. Sul sito di VMware si possono trovare degli approfondimenti su questa scelta.

Per comprendere meglio questa scelta è opportuno capire quali sono le differenze tra un host aggiornato ed uno installato da zero con ESXi 5:

  1. Boot disk partition format:  durante un upgrade, il disco di avvio rimane nel vecchio formato MBR (Master Boot Record), mentre per una nuova installazione viene usato sempre il formato GPT (GUID Partition Table).
  2. VMFS volume version:  durante un upgrade, tutti i datastore rimangono in versione VMFS-3, inclusi quelli locali.  Durante un’installazione i datastore locali sono tipicamente VMFS-5 (in realtà se già esiste un datastore si può scegliere se mantenerlo o meno).  Ovviamente si potrà successivamente aggiornare qualunque datastore VMFS-3 alla nuova versione (per capire le implicazioni nell’aggiornamento di un datastore vedere questo blog.).
  3. Location of the ESXi scratch partition:  durante una nuova installatione di ESXi (su un disco locale o della SAN), viene creata una partizione da 4GB VFAT per la scratch partition.  Ma durante un aggiornamento, invece di utilizzare una partizione di scratch viene creata una directory dentro un VMFS datastore.  La posizione della /scratch può comunque essere cambiata in ogni momento.
  4. Disk partitions layout: ESX e ESXi utilizzano uno schema di partizioni differente e soprattutto che cambiava dalle versioni 3.x alle 4.x.

Conoscendo quindi le diverse peculiarità, si può affermare che di solito non ci sono controindicazioni ad usare un aggiornamento piuttosto che una reinstallazione..

L’aggiornamento ha inoltre i seguenti vantaggi:

  • Mantiene la configurazione (anche buona parte delle configurazioni degli host ESX) riducendo quindi il lavoro post-installazione (ma tramite scripting ho host profiles la configuratione di un host può comunque essere semplificata).
  • I dati dei datastore VMFS sono mantenuti (in realtà anche durante un’installazione posso decidere di mantenere i datastore esistenti).
  • Tramite VUM l’aggiornamento può essere automatizzato ed orchestrato in modo semplice.

Per contro una reinstallazione potrebbe avere i seguenti vantaggi:

  • In alcuni casi è più veloce (ad esempio se comparata con un aggiornamento di un host ESX).
  • L’aggiornamento non sempre è possibile (ad esempio quando lo schema delle partizioni non è “compatibile”). In questi casi la reinstallazione è l’unica opzione possibile.
  • La reinstallazione è un modo per partire da una situazione completamente “pulita”.
  • Un ambiente di AutoDeploy non può essere creato da un aggiornamento di ambiente esistente, ma va pianificato da zero.
  • La reinstallazione è l’unico modo (semplice) per cambiare la destinazione di ESXi (ad esempio da disco locale a flash card).

Da notare che l’aggiornamento può anche essere gestito a partire dallo stesso media di installazione di ESXi (partendo da CD, USB o PXE boot). In alcuni casi, quando VUM fallisce nel rimediare gli host (ad esempio per driver e componenti di terze parti) allora questa soluzione può rivelarsi la più semplice.

Per maggiori informazioni (in inglese), vedere anche:

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Virtualization, Cloud and Storage Architect. Tech Field delegate. VMUG IT Co-Founder and board member. VMware VMTN Moderator and vExpert 2010-24. Dell TechCenter Rockstar 2014-15. Microsoft MVP 2014-16. Veeam Vanguard 2015-23. Nutanix NTC 2014-20. Several certifications including: VCDX-DCV, VCP-DCV/DT/Cloud, VCAP-DCA/DCD/CIA/CID/DTA/DTD, MCSA, MCSE, MCITP, CCA, NPP.