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VMware ha rilasciato nuove patch per ambienti vSphere 4.1; per un dettaglio maggiore sui problemi risolti dalle nuove patch:

Le patch di VMware ESX/ESXi sono disponibili per il download al sito: http://www.vmware.com/patch/download/ oppure possono gestite tramite VUM.

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Il Dell KACE K2000 è un appliance per il deployment dei clienti (o per essere più precisi per il deployment del sistema operativo sui client). Rispetto a soluzioni esistenti (alcune fornite anche direttamente da Microsoft) sono supportati sia client Windows che client MacOSX. L’appliance è disponibile o come sistema fisico (un classico PowerEdge da 1 unità) oppure come macchian virtuale per ambienti VMware (in questo caso prende il nome di VK2000). Esattamente come il K1000, il sistema operativo usato è un BSD, motivo per il quale l’ambiente Hyper-V non è supportato.

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Il KACE Management Appliance fornisce una soluzione completa ed integrata di gestione dei sistemi, a differenza di altre soluzioni che richiedono diversi tipi di software e una certa complessità (e perdita di tempo) nella configurazione e gestione. Il vantaggio della soluzione appliance (o virtual appliance) è nella rapidà nel deploy e nelle ridotte dipendenze richieste.

Svolge veramente tante funzioni diverse (che normalmente richiederebbe diversi tipi di software), inclusa anche la distribuzione e la gestione dei Secure Browser, e supporta diversi sistemi operativi:

  • Windows 7 (Professional, Enterprise, Ultimate), Windows Vista (Business, Enterprise, Ultimate) , Windows XP SP2 – latest (Professional), Windows 2000 (Professional)
  • Windows Server 2008 R2 (Enterprise, Standard, Web), Windows Server 2008 (Enterprise, Standard, Web), Windows Server 2003 (Enterprise, Standard, Web), Windows 2000 (Advanced Server, Server)
  • Mac  Mac OS X 10.4 – 10.6 (PowerPC and x86 architectures )
  • Linux  Red Hat Linux AS and ES (Versions 3, 4 and 5, 32-bit and 64-bit architectures)

Più che commentare gli aspetti positivi del prodotto, in buona parte descritti nel sito e coadiuvati anche dalla documentazione online (con tanto di mini-lab), da webcast demo, da interactive live demo, da un’abbondante screenshots tour, … volevo analizzare alcuni punti migliorabili:

  • Durante la configurazione sono richiesti decisamente troppi riavvii (in fondo è un sistema Unix e molti riavvii potrebbero essere sostituiti da semplici restart di servizi).
  • Sarebbe utile che riesca ad inventariare in automatico non solo i dispositivi con l’agente, ma tutti i dispositivi (almeno quelli Dell)… chiaro che a questo punto dovrebbe integrare buona parte delle funzioni della suite OpenManage.
  • Il sistema si limita a gestire gli aggiornamenti dei software e non quello dei BIOS e dei firmware (in realtà per server e PC Dell li gestisce, ma devono avere installato uno dei sistemi operativi supportati).
  • I sistemi operativi supportati sono un po’ limitati, sarebbe interessante estenderli aggiungendo anche ESXi e altre distribuzioni Linux.
  • Gestisce bene solo sistemi PC tradizionali, mentre sarebbe molto interessante (soprattutto per il futuro) la gestione anche dei dispositivi di tipo smartphone e tablet (in realtà alcune funzioni di gestione sono già disponibili per dispositivi Android e iOS).
  • Questo tipo di soluzione ben si presterebbe (previa la defizione di un’interfaccia multi-livello e multi-company) ad essere fornito come servizio in modalità cloud esterno (come ad esempio Microsoft Intune) e/o ibrido. Vedremo se in futuro si svilupperanno soluzioni in questa direzione (dove potrebbe tornare molto ultile alle aziende che offrono servizi di gestione remota). Per la gestione delle organizzazione multiple esiste già qualcosa (accedibile tramite la URL /system, anziché /admin, ma è giusto un primo livello).
  • La gestione degli script meriterebbe un vero e proprio wizard grafico (almeno simile a quello previsto nel K2000) per visualizzare meglio il flusso degli stessi.

Per una descrizione della suite, vedere il post relativo.

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Mesi fa avevo scritto di Cloud.it, il servizio (all’epoca solo in beta) di IaaS di Aruba. La fase beta era ufficialmente terminata il 2 dicembre 2011 portando l’0fferta direttamente in produzione.

Per chi aveva aderito alla beta, tutti i dati sono stati rimossi, ma con una certa sorpresa è stato assegnato un voucher per testare anche il prodotto definitivo. Test che ho rinviato, sia per ragioni di mancanza di tempo, sia nella speranza che implementassero nuove funzioni. E un minimo di curiosità è nata dall’applicazione per iPad e iPhone che ho voluto toccare con mano.

Partiamo dall’applicazione che evidentemente è una versione 0.01: sui server permette solo di cambiarne lo stato (ad esempio per riavviarli). Ma ha sicuramente un grande pregio… i prezzi sono monitorati in tempo reale e con massima trasparenza (secondo me).

Veniamo invece al servizio vero e proprio, che ha mantenuto l’interfaccia (completamente in italiano) simile a quella della beta. La prima sorpresa è nella pagina di login e risponde ad una delle domande che mi ero posto sul ruolo dei datacenter (in beta non selezionabili, ma comunque visibile):

Come si nota vi sono due datacenter in Italia e un terzo (in Repubblica Ceca) in previsione per il futuro. Peccato non vi sia (o non abbia trovato) alcun modo per spostare le VM da un datacenter all’altro.

L’altra sorpresa evidente viene durante la creazione di una nuova VM (chiamate in realtà “Cloud Server”), ora si può scegliere tra tre hypervisor (VMware, Hyper-V e Low Cost Hyper-V), ma soprattutto si hanno a disposizione molti più template (con VMware si ha il massimo della scelta, includendo persino server Windows con SQL Server incluso e varie distribuzioni Linux tra cui anche la Debian). Questa è la lista nel caso si utilizzi Hyper-V:

La curiosità sulla scelta tra tre diversi hypervisor è data solo dai costi diversi che vengono applicati come visibile nel listino prezzi e riportato persino in fase di creazione di una VM.

Non è invece chiaro (o non l’ho trovato velocemente) se poi corrisponde anche un livello di servizio diverso (trovare gli SLA non è banale e secondo me andrebbero esposti in modo chiaro quanto lo sono i prezzi).

Quello che si può intuire è che il Low Cost Hyper-V usa storage di livello inferiore rispetto agli altri due. Sul perché invece CPU e RAM costino di più in VMware è probabilmente da attribuire al costo delle licenze.

La parte di gestione della console remota sembra migliorata e ora viene fornito un client customizzato per la connessione VPN. Connessione VPN che serve anche nel caso si voglia usare il vSphere Client per collegarsi alle VM ospitate su VMware.

La gestione delle VM è rimasta simile, ma almeno VMware Tools o Integration Components sono finalmente installati nelle VM in modo da gestire anche guest shutdown e restart. In VMware (tristemente scritto VMWare) vi è anche il supporto alle snapshot. Il deploy invece pare rimasto invariato e dovrebbe usare non i template di VMware o l’equivalente di System Center VMM, ma del deploy del tutto simile a quello degli ambienti fisici. Interessante è invece l’uso di Microsoft Forefront Endpoint che viene aggiunto a tutte le VM Windows based.

La gestione degli IP soffre invece degli stessi problemi della beta… sono in fase di creazione della VM l’IP è assegnato correttamente e configurato in automatico, dopo bisogna gestire la modifica anche all’interno della VM stessa.

Sono state finalmente aggiunte anche alcune funzioni elemantari per importare ed esportare i dischi virtuali tramite un servizio FTP, qua sicuramente c’è ancora molto da fare. Del resto la scelta di sviluppare da zero una piattaforma di cloud porta tutta una serie di mancanze che potranno forse essere colmante in evoluzioni future.

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Il team di sviluppo di Dell EqualLogic ha ufficializzato la versione definitiva 4.0 del software Host Integration Tools for Microsoft (HIT/Microsoft) v4.0.

Il software EqualLogic Host Integration Tools for Microsoft (HIT/Microsoft) è l’elemento che integra uno storage EqualLogic con host Microsoft Windows e alcune applicazioni, aggiungendo alle semplici funzioni di iSCSI initiator funzioni di data protection (tramite snapshot e repliche), performance optimization (con un modulo specifico di multipath) e management / operation (tramite varie funzioni, incluse lo strumento per inizializzare e configurare in 40 secondi un nuovo storage).

Ho avuto modo di provare l’HIT/Microsoft 4.0 durante l’ultimo Dell Storage Forum e ovviamente anche durante il periodo di beta e devo dire che questa nuova versione rappresenta un cambio netto rispetto alle precedenti, non solo per quanto riguarda l’interfaccia grafica, ma anche per le funzioni aggiunte (e per quelle che si potranno aggiungere in futuro grazie a questa nuova architettura). L’unico punto debole potrebbero essere le prestazioni e le richieste di sistema, visto che questa versione è sembrata più pesante (ma devo ancora provare bene quella definitiva, magari era solo un problema della beta e della versione preliminare).

Tra le nuove funzioni:

  • HIT Groups: Auto-Snapshot Manager/Microsoft Edition (ASM/ME) has a new feature called HIT Groups that allows users to manage multiple Microsoft hosts from a single server offering centralized data protection.  With HIT Groups, users can create and manage Smart Copies and Smart Copy schedules on all Microsoft hosts, and simultaneously edit settings on multiple hosts. When a new host is added to a HIT Group, the Host Integration Tools get installed on the host automatically.
  • Enhanced Support for Cluster Shared Volumes (CSV): With this version of the Host Integration Tools, users can create Smart Copies and Smart Copy schedules of CSVs including those that contain virtual machines running on other cluster nodes. There is no need to create a separate Smart Copy schedule for each VM. This feature helps protect all virtual machines on a CSV with a single snapshot as well as ability to quickly restore the whole CSV.
  • Richer usability and functional experience: The ASM/ME GUI has been redesigned. It features a dashboard that provides an at-a-glance overview of the hosts, volumes, iSCSI connections, schedules, Smart Copies, collections, and applications that users are managing with ASM/ME. In addition, there are several usability improvements.
  • Remote Installation and Upgrade capability: There are now two methods—a PowerShell script and ASM/ME’s Add Hosts wizard—for remote installation of the Host Integration Tools. Remote installation saves a lot of time, particularly in large scale installations. When the Add Hosts wizard is used, multiple installations can be done in parallel, saving even more time. Upgrading the version of Host Integration Tools on each host is also easily accomplished through these methods.
  • PowerShell Tools Enhancements: New cmdlets have been added to the PowerShell Tools that offer enhanced management functionalities. This includes cmdlets to configure PS Group access to LDAP servers, to list details for  iSCSI connections to volumes and snapshots, and to list and manage individual replicas in a replica set.
  • Proactive Alerts:Expanded email alerts for scheduled tasks and proactive visual clues in the ASM GUI to notify the user of potential problems.
  • Enhancements to Volume-Based Collections: Users can now specify whether or not you want a Smart Copy schedule for a collection to fail if the contents of the collection differ from the time the schedule was created. This is useful in cases where a volume is hosting a set of databases that changes frequently.

Ulteriori informazioni su Host Integration Tools for Microsoft software v4.0:

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Un aspetto che mi ha incuriosito guardando da vicino sia le soluzioni di ExaGrid che quella di Dell (DR4000) è la totale mancanza di una funzionalità di Virtual Tape Library (VTL), situazione comunque confermata anche in altre soluzioni. Ancora più curiosa la motivazione espressa in entrambi i casi che non è prettamente tecnica (mi sarei aspettato qualcosa del tipo, meno software, meno hardware per una riduzione dei costi e della complessità) ma puramente di marketing o strategica a seconda dei punti di vista (la frase in entrambi i casi è stata: “ma i cliente non ci chiedono questa funzione”). Sicuramente la motivazione non può essere che spostandosi da soluzioni di backup to tape (B2T) a backup to disk (B2D) vuol per forza dire abbandonare l’approccio a cassetta.

Di fatto i programmi di backup possono scrivere, normalmente, in una di queste possibili destinazioni:

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Sempre più soluzioni stanno dimostrando che il mondo dei backup si sta spostando dal tradizionale backup to tape (B2T) al backup to disk (B2D), lasciando il dubbio sull’effettiva durata e validità delle soluzioni basate su tape. A dire il vero non è un trend nuovo relativo agli ultimi anni (basti vedere ad esempio questo paper da Lisa 2006, o come Microsoft abbia rimosso il supporto per il backup to tape nel programma di backup incluso con Windows a partire dalla versione Vista), ma ora sembra che il bilancia sia nettamente a favore delle soluzioni basate su disco.

Il consorzio Linear Tape Open (LTO) (che include tra l’altro Hewlett-Packard, IBM e Quantum) ha recentemente rilasciato le specifiche LTO 5 che offrono 1,5 TB di capacità nativa e un throughput di 140MBps (non compresso)… è già sta lavorando a nuovi standard, lasciando quindi intendere che il tape non è ancora obsoleto. Ma pure i dischi stanno crescendo di capacità (i costi in realtà non calano più di tanto, a seguito dei noti problemi negli stabilimenti).

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