Durante il recente VMworld Europe, ho avuto l’opportunità di parlare con Gavin McLaughlin, Solution Development Director EMEA di X-IO a riguardo dei loro prodotti e la loro storia. Sì perchè in questo caso la storia è di circa 15 anni (pur passando da diversi nomi) conferendo a questa azienda un’esperienza non banale nel settore enterprise.
Il tutto è nato nel 1999 quando Seagate (nota per lo più per i suoi dischi) decise di investire in un progetto per uno storage “zero touch”: furono investiti oltre 100 milioni di dollari in un progetto di 5 anni, che però nel 2007 fu rivenduto a Xiotech. Il 2008 è l’anno del lancio ufficiale del Intellinget Storage Element (ISE) e successivamente la compagnia ha cambiato leggermente nome.
Hyper ISE era uno dei primi hybrid storage che riuniva dischi SSD e dischi convenzionali in un singolo pool di storage, cercando l’equilibrio ideale di prezzo, prestazioni e capacità. Ogni storage array è provvisoto di due controller con 30 dischi SAS abbinati a 10 dischi SSD e può crescere secondo un un approccio scale-out che crea un singolo gruppo (con un IP virtuale in modo del tutto simile ad altri storage di tipo scale-out) che contiene diversi membri (da notare che non vi è un limite specifico sul numero di membri in un gruppo).
E è grazie all’approccio scale-out che viene adottato il moto “Fast Forever”: la crescita dei dati ha un profondo impatto sulla capacità e con essa anche una crescente domanda di elevate prestazioni a bassa latenza . Il sistema di storage Hyper ISE è stato progettato per le massime prestazioni, anche nei casi di alti livelli di utilizzo, durante il rebuild del RAID, lo spostamento dei dati, mirroring , o quando sorgono problemi dell’unità dei dischi (in accordo con la ridondanza scelta). Hyper ISE è stato architettato per minimizzare il degrado di prestazioni che si avverte da parte degli utenti e delle applicazioni durante il verificarsi di queste condizioni.
Attualmente il front-end è di tipo FC (usabile sia in modalità SAN che DAS), ma da dicembre dovrebbe essere aggiunto anche il supporto al protocollo iSCSI e in futuro si prevede anche l’introduzione del chip Mellanox per aprire le porte anche al protocollo Infiniband.
Oltre all’interfaccia web è previsto un servizio web-based RESTful chiamato Cortex che permette gestione, discovery, monitoraggio e la configurazione di tutte le risorse di storage ISE. Cortex è stato progettato in modo tale che il sistema ISE può essere facilmente controllato tramite scripting personalizzati o la funzionalità di gestione dello storage all’interno di sistemi operativi, hypervisor, database e altre applicazioni.
A tale scopo vi sono anche i XIO certified storage software adapters and providers che permettono la gestione degli storage ISE all’interno di console di gestione specifici di altri vendor. come VMware, Citrix, Hyper-V, Storage Foundation, e gli ambienti Windows Server.
Altri interessanti aspetti di questi prodotti sono:
- la parte di gestione è completamente software, ma si è scelto di non creare inutili duplicati di funzioni esistenti a livello superiore, quindi (ad esempio) il thin provision è demandato completamente a livello di hypervisor
- la replica sincrona è forse una delle funzioni più interessanti, visto che supporta anche la modalità active-active, che permette, ad esempio, di realizzare soluzioni di “metro cluster”
- esiste un particolare algorimo di ottimizzazione degli SSD che è basato sul concetto di ROI (Return Of Investment), quindi non solo orientato sui tradizionali parametri di una cache, ma considerando anche il costo e la vita degli SSD
- tutti gli storage includono 5 anni di supporto (interessante perché implica che il ciclo di vita di questi prodotti è valutato per più di 5 anni)
- ogni storage può inviare ogni 24 ore le statistiche (anonime) sul suo funzionamento (se non si desidera può essere disabilitata) e questo permette non solo il monitoraggio pro-attivo ma anche la creazione da parte di X-IO di metriche e baseline di funzoinamento
Infine, riguardo le differenze tra storage ibridi e flash based storage, riporto questo articolo (in inglese) scritto sempre da Gavin McLaughlin: The Risk of Adopting Flashy Trends.
Vedere anche gli altri report del VMworld europeo 2013.