Red Hat ha annunciato di aver siglato un accordo definitivo per l’acquisizione di CoreOS, uno dei leader di mercato nelle soluzioni Kubernetes e container-native, per $250 milioni, importo soggetto ad aggiustamenti in fase di chiusura che non si prevede siano materiali.
La transazione – che si perfezionerà a gennaio 2018 – dovrebbe impattare materialmente il quarto trimestre fiscale di Red Hat che si chiude il 28 febbraio 2018.
Fondata nel 2013, CoreOS è stata creata con l’obiettivo di sviluppare e rendere disponibili infrastrutture per organizzazioni di tutte le dimensioni speculari a quelle delle grandi software company, aggiornando e realizzando patch in automatico per i server e risolvendo problemi quali downtime, sicurezza e resilienza. Dalle prime attività volte a promuovere leggeri sistemi operativi Linux ottimizzati per i container, CoreOS è diventata nota per le sue tecnologie che abilitano l’ampia adozione di applicazioni containerizzate scalabili e resilienti.Inizialmente nota per la versione leggera di Linux orientata ai container, di seguito si è distanta per CoreOS Tectonic, piattaforma Kubernetes enterprise-ready che offre operatività automatizzata, abilita la portabilità tra private e public cloud provider, basata su software open source. Commercializza inoltre CoreOS Quay, un enterprise-ready container registry. CoreOS è nota anche per molte delle innovazioni open source al centro delle applicazioni containerizzate, tra cui Kubernetes, dove è il principale contributore; Container Linux, una distribuzione Linux leggera sviluppata e mantenuta da CoreOS che automatizza gli aggiornamenti software ottimizzata per i container; etcd, il data store distribuito per Kubernetes; e rkt, application container engine donata alla Cloud Native Computing Foundation (CNCF), che ha contribuito alla definizione dell’attuale standard Open Container Initiative (OCI).
L’acquisizione di CoreOS permetterà a Red Hat di offrire ai clienti la possibilità di sviluppare qualunque applicazione e implementarla in qualsiasi ambiente con la flessibilità assicurata dall’open source. Combinando le capacità di CoreOS con la già ampia gamma Kubernetes e container a marchio Red Hat, compreso Red Hat OpenShift, l’azienda mira ad accelerare ulteriormente l’adozione e lo sviluppo della principale piattaforma hybrid cloud per carichi di lavoro moderni.
“Il rapporto tra Red Hat e CoreOS risale a molti anni fa come collaboratori open source nello sviluppo di innovazioni in abito container e sistemi distribuiti, favorendo l’automazione delle attività IT. Questo annuncio segna un nuovo capitolo nel nostro obiettivo condiviso di diffondere queste tecnologie in tutto il mondo. Grazie alla famiglia CoreOS, ai clienti, partner e soprattutto alla comunità del software libero per averci supportato nella nostra mission di rendere internet più sicura attraverso l’automazione”, aggiunge Alex Polvi, CEO di CoreOS.
Sarà interessante vedere cosa svilupperà Red Hat da questa acquisizione, probabilmente accantonerà la distribuzione di CoreOS (ma potrebbe anche trarne spunto per realizzare una vera e propria microdistribuzione pensata per KVM e i container) e punterà, come del resto stanno facendo in molti, su Kubernetes.
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