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Una delle nuove funzioni di View5, come descritto bene delle note di rilascio del prodotto, è il controllo dei certificati da parte del client (un po’ come avviene per il vSphere Client):

Updated client certificate checking for View clients – View clients now follow the well-known browser model for handling certificates, displaying errors detected in the certificate presented by View Connection Server, or in the certificate trust chain. Administrators can set the Certificate verification mode group policy to enforce strict certificate checking; if any certificate error occurs, the user cannot connect to View Connection Server. Alternatively, administrators can use the default Warn But Allow mode, which supports self-signed server certificates and lets users connect to View Connection Server with certificates that have expired or are not yet valid. If necessary, administrators can also set a No Security mode that lets users connect without certificate checking.

Questa funzione, sicuramente utile dal punto di vista della sicurezza, dopo un aggiornamento di View, potrebbe disorientare ed infastidire gli utenti, nel caso dei certificati installati di default:

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Un possibile problema dopo un aggiornamento a vSphere 5 mediante upgrade in-place del vCenter Server è di non aver prima rimosso il plugin del Converter Enterprise (e/o della Guided Consolidation). Come noto e già discusso questi due prodotti non sono più presenti in vSphere 5, di conseguenza i plugin rimarrebbero “orfani”.

Il risultato che ne consegue è una lista dei plugin con alcune voci presenti e non più attivatibili, ma anche un fastidioso allarme nello stato di “salute” dei servizi del vCenter Server:

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Alla fine, dopo varie settimane dall’annuncio, Veeam Backup & Replication 6 è disponibile per il download (da ieri). Per maggiori informazioni sulle nuove funzionalità vedere (in inglese):

Probabilmente la novità più nota e chiaccerata è il supporto multipiattaforma per l’hypervisor: la versione 6 lavora sia con VMware (e ovviamente con vSphere 5) che con Microsoft Hyper-V. Un passo avanti in soluzioni “unificate” nell’ecosistema della virtualizzazione.

Per quanto riguarda invece le altre novità, alcune delle quali molto interessanti rimando a questi post in italiano:

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Come è noto i dischi RDM sono di fatto un mapping diretto con una disco fisico (o più spesso logico) dello storage. I casi di utilizzo sono di vario tipo, ma ne cito almeno due: supporto per dischi più grossi di 2 TB (solo in vSphere 5 e solo con physical RDM) e supporto per guest clustering che richiedano storage condiviso (sempre solo con physical RDM).

La curiosità è che via GUI non è possibile creare RDM per i dischi locali (probabilmente è un filtro specifico che discrimina i dischi SAS e SATA da dischi FC e iSCSI). Il problema esiste ancora anche in vSphere 5. Ma paradossalmente neppure per dischi di uno storage condiviso di tipo SAS, visto che vengono considerati (dal punto di vista del filtro RDM) come dischi locali (è il caso, ad esempio, dei Dell PowerVault MD3x00).

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In vSphere 5, la parte relativa a VMware HA è stata completamente riscritta e migliorata. L’aspetto interessante è che benché sia completamente nuova, l’interfaccia utente è rimasta praticamente la stessa (dimostrando come si possa innovare senza stravolgere quelle che sono le conoscenze pregresse).

In vSphere 5.0 il nuovo agente dell’HA (sempre installato sugli host ed in grado di lavorare indipendentemente dal vCenter Server) si chiama “FDM” (Fault Domain Manager) e sostituisce completamente il vecchio AAM (di derivazione EMC Legato). Ma non è solo la parte relativa all’agente ad essere cambiata, vi sono nuove e interessanti funzionalità:

  • Il vecchio concetto di nodi Primary/Secondary è stato cambiato e semplificato in un concetto più semplice ed efficace di nodi Master/Slave
  • E’ stata aggiunta la nuova funzionalità di Datastore Heartbeat (vSphere 5 HA: heartbeat a livello di storage)
  • La dipendenza con il servizio DNS è stata rimossa, semplificando la configurazione ed eliminando molti dei potenziali problemi di questa fase
  • E’ stata introdotta la possibilità di mandare i log via Syslog (utile per diagnostica)

Per maggiori informazioni ed un dettaglio maggiore sul nuovo VMware HA, rimando a post (in inglese) di Duncan Epping: HA Deep Dive.

Storage failure
La nuova funzione di Datastore Heartbeat potrebbe far pensare che ora HA sia in grado di accorgersi e gestire i faulure dei datastore e quindi dello storage. Purtroppo non è così, visto che viene utilizzato solo per diagnosticare le situazioni di “isolamento” degli host. Quindi attualmente l’unico modo di tutelarsi dai fallimenti dello storage sono quelli di progettarlo e sceglierlo per avere il massimo della disponibilità (a cui bisogna comunque aggiungere opportune soluzioni, quali ad esempio la replica dei dati, nel caso di un vero failure).

Mixed clusters
Dato che vSphere 5 utilizza FDM e le versione precedenti utilizzano AAM, ci si potrebbe chiedere se un cluster misto (con host 5.0 e precedenti) sia supportato o meno.
La risposta è contenuta nel blog di by Frank Denneman: è supportato, ma meglio che sia una situazione temporanea.

HA & DRS appear disabled when a Storage Profile is enabled / disabled on a cluster
Questo sembra essere un problema di visualizzazione dello stato di HA e DRS ed è descritto nell’articolo di KB: http://kb.vmware.com/kb/2008203

Advanced options
Vedere il post precedente sui nuovi parametri (in particolare quelli per il Datastore Heartbeat) e sui parametri che sono stati rimossi nella nuova versione.

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Nel precedente articolo si sono analizzate le possibili situazioni di uan configurazione “non supportata. Ma paradossalmente, avere una configurazione “supportata” e in HCL non vuol dire che funzionerà di sicuro e bene. Vuol dire solo che funzionerà (bene) in determinati casi, scenari e contesti.

Al di là di situazioni limite dove non è chiarissimo se una soluzione sia o meno supportata (a volte capita che ad esempio il vendor hardware dichiara la soluzione supportata, mentre VMware no, o viceversa), la regola d’oro è che non basta mettere insieme soluzioni certificate per ottenere una buona soluzione. Occorre fare un minimo di analisi e di vDesign prima.

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Nei post precedenti sull’aggiornamento a vSphere 5, ho più volte rimarcato l’importantanza dell’HCL per avere una configurazione “supportata”. Per un ambiente di produzione, secondo me, è fondamentale e dovrebbe pure essere obbligatorio disporre di una soluzione supportata e magari certificata (questo secondo aspetto è già sicuramente più complesso e controverso e merita sicuramente un approfondimento a parte).

Ma è importante chiarire che “non supportato” non implica automenticamente che “non funziona” (o che non può funzionare). Vi possono essere differenti scenari di confirazioni “unsupported”:

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