Questa è la versione in italiano di un guest post su vDestination.
Di solito (soprattutto in paesi come l’Italia) si parla del cosiddetto “divario digitale” (digital divide) considerando solo gli aspetti della non equità, o almeno non pari opportunità, nell’accesso e fruizione delle tecnologie digitali. Ma spesso ci si focalizzata eccessivamente sugli aspetti di connettività e le modalità di accesso alle reti a banda larga e di come potrebbe essere limitanta per qualcuno. Vero che è un aspetto importante che può limitare la crescita tecnologica e che, purtroppo, lo ha sempre fatto: chi si ricorda dell’infame TUT e di quanto limitava l’uso dei primi modem, ma soprattutto chi, come me, pagava cifre assurde sono perché non in un grosso centro urbano? (che poi io ero nel centro urbano come territorio, ma chissà come mai non per la società di telecomunicazioni)
Ma questo è solo un aspetto e, benché importante, ve ne sono anche tanti altri che devono essere considerati! Paradossalmente sempre di velocità si parla, ma delle differenti velocità nelle quali viaggia l’IT in diverse situazioni.