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A quanto pare in VMware sono in corso le pulizie di primavera sui loro prodotti, rimuovendo tutto quanto non è più manutenibile o non ha più senso di proporre. Dopo l’epurazione di VSA, ora VMware ha da poco annunciato la End of Availability (EoA) di tutte le versioni di VMware vCenter Server Heartbeat a partire da 2 giugno 2014. Come risultato quindi, tutte le versioni di vCenter Server Heartbeat sono state rimosse dai nuovi listini e non sarà più possibile comprare questo prodotto. Il supporto e la maintenance continueranno secondo il VMware Life Cycle policy (che per questo prodotto rimane fissato al 19 settembre 2018).

Chiaramente questo avrà delle conseguenze per quanto riguarda le opzioni di progettazione di una soluzione ad alta diponibilità per il vCenter server. Come scritto in un post di qualche anno fa vi erano limitate opzioni possibili (che ora saranno ancora meno):

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L’edizione 2014 primaverile dell’evento (europeo) E2EVC si è da poco concluso ed è ora di bilanci e conclusioni finali.

E2EVCIl E2EVC Virtualization Conference è un evento sulla virtualizzazione completamente indipendente e prettamente tecnico (e non-commerciale), creato da esperti per esperti nel puro stile delle community.

L’edizione numero 22 (contando anche l’edizione USA di poche settimane fa) si è svolta dal 30 maggio al 1° giugno 2014 a Bruxelles, come di consueto dal venerdì (in questo casi iniziando pure presto) alla domenica (con la conclusione nel primo pomeriggio).

Per me è stata la seconda partecipazione a questo evento (l’anno scorso ho partecipato al E2EVC XX di Roma) e posso confermare le varie motivazioni che possono portare a partecipare ad un evento come questo.

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Dopo l’evento E2EVC XX a Roma, la prossima edizione di questo evento sarà a Bruxelles:

Il prossimo evento si svolgerà a Bruxelles, Belgio dal 30 Maggio al 1° Giugno 2014 presso l’Hotel Novotel Brussels Centre Tour Noire (stesso hotel dell’evento 2006!)

E2EVC Virtualization Conference è un evento sulla virtualizzazione completamente indipendente e prettamente tecnico e non-commerciale, creato da esperti per esperti nello stile delle community. Iniziato nel 2003 con appena 4 persone, dopo 20 edizioni è diventato un evento itinerante di successo con una media di 120 partecipanti. Finora ha coperto diverse location: Monaco, Londra, Copenhagen, Amsterdam, Bruxelles, Berlino, Francoforte, Dublino, Parigi, Nizza, Lisbona, Amburgo, Vienna e Rome.

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VMware vSphere Storage Appliance era una soluzione software-based di storage distribuito in grado di convertire storage locale in share NFS fruibili da un cluster VMware vSphere (con 2 o 3 nodi massimo) e che avevo già trattato in questo post. Come molto avranno sentito, VMware ha annunciato la fine della disponibilità di questo prodotto a partire dal 1° aprile 2014 (non era un pesce di aprile, lo hanno proprio tolto dai listini). Ovviamente l’annuncio del prodotto Virtual SAN (o VSAN) ha cambiato le carte in tavola.

In accordo al file Product Lifecycle il supporto e le maintenance attive per vSphere Storage Appliance 5.5 saranno garantite fino al 19 settembre 2018.

Secondo quanto suggerito dalla relativa FAQ, al momento non c’è di diretto sostituto per il vSphere Storage Appliance, anche se è suggerito come potenziale rimpiazzo l’uso di VMware Virtual VSAN. Si cita anche la possibilità di uno SKU apposito per aggiornare il prodotto a VSAN.

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VMware Virtual SAN (chiamata anche semplicemente VSAN) è una soluzione di storage hyperconverged molto interessante, disponibile come prodotto aggiuntivo per gli ambienti basati su 5.5 U1.

Al momento, benché si tratti di fatto di una versione 1.0, è già molto promettente ma (secondo me) pecca di informazioni e dettagli sul come sta funzionando: il tutto è gestito molto semplicemente (ma efficacemente) tramite vSphere Web Client, ma le informazioni riportate sono veramente minimalistiche (è vero che molti dettagli si potrebbero poi ottenere dai grafici di prestazioni): una comoda dashboard con i princibabili dati di funzionamento dello storage sarebbe apprezzabile.

In realtà esiste qualcosa di simile ed è chiamato VSAN Observer. Immagino che parte dei suoi dati saranno presto integrati nell’interfaccia web, oppure direttamente in VMware vCenter Operations Manager, in modo da fornire più informazioni sul funzionamento di VSAN.

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Utilizzare un sistema operativo Linux come guest OS in un’ambiente basato su VMware vSphere è ovviamente supportato fin dalle prime versioni. Tra l’altro con vSphere 5 sempre più distribuzioni sono ufficialmente supportante, rendendo sempre più semplice implementare VM Linux (si pensi alla complessità di installare o aggiornare le VMware Tools fino a qualche anno fa) o dei virtual appliance basati su Linux.

Per la gestione remota, tipicamente ci si affida ad SSH, ma per l’installazione iniziale (e alcuni casi particolari) servirà accedere alla console della VM.

Cercare di usare il vSphere Client da una macchina Linux sarà alquanto complicato, ma per fortuna che nelle versioni recenti esiste il vSphere Web Client. Per maggiori informazioni vedere l’articolo di KB 1006095 (Availability of vSphere Client for Linux systems) oppure questo posto: Access VM Consoles From Linux.

Rimangono un paio di note nel caso si intenda poi utilizzare la console in modalità grafica o testuale.

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Microsoft System Center Virtual Machine Manager (VMM) è il tool di managament per infrastrutture basate su Microsoft Hyper-V (ma in realtà ha alcune, limitate, funzioni di gestione anche per ambienti Citrix XenServer e VMware vSphere). Fornisce anche funzionalità di gestione di altre componenti della “fabric” (come ad esempio lo storage o alcuni dispositivi di rete). Il prodotto si posiziona sul piano di management (questo in particolare in quello specifico per gli ambienti virtuali) e quindi è in buona parte comparabile (in termini di posizionamento di mercato) a VMware vCenter Server.

Benché non sia una componente obbligatoria (a differenza di VMware vCenter che è invece necessario per implementare buona parte dei servizi di cluster), rimane comunque consigliato dato che permette di implementare alcune funzioni come la gestione delle librerie (e quindi dei template), le funzioni di P2V o V2V ed altro che non sarebbe direttamente implementabile con i relativi MMC snap-in di Hyper-V e/o del FailOver Cluster o con PowerShell.

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