Reading Time: 2 minutes

Uno dei messaggi evidenti dall’evento dei giorni scorsi (Open Storage Summit EMEA 2012) è che, secondo Nexenta ma non solo, il filesystem ZFS è probabilmente quello perfetto per i sistemi storage (sicuramente ben si adatta a quelli NAS oriented, ma con un buon target iSCSI anche a quelli a blocchi). Ovviamente per Nexenta questo è il cuore della loro soluzione NexentaStor solution e dei prodotti derivati e sentendo le loro opinioni, ancora oggi, ritengono che sia la scelta giusta (ovviamente non è semplice cambiare prodotto, ma sembrano realmente non intimoriti da altri filesystem). La conferma viene comunque anche da altre soluzioni di storage che usano anche loro ZFS.

Ma da dove nasce ZFS e perché così interssante? Di fatto è una combinazione di un file system e di un logical volume manager (interessante che siano integrati) sviluppato da Sun Microsystems  nel 2005 per OpenSolaris. Un aspetto interessante è che è implementato come software open-source, licenziato secondo una licenza di tipo Common Development and Distribution License (CDDL); questo ha reso possibile l’utilizzo anche in altri ambiti rispetto ai sistemi operativi tradizionali, come appunto quelli degli storage.

continue reading…

Reading Time: < 1 minute

Ieri, al primo giorno dell’OpenStorage Summit EMEANexenta® Systems ha announciato la release ufficiale di NexentaVSA for View, una soluzione pensata per portare la soluzione di storage Nexenta basata su ZFS negli ambienti di virtualizzazione desktop. Il risultato è derivato da un partnership strategica tra Nexenta e VMware, e promette di semplificare vari task degli ambienti VDI:

  • Deploy: The VDI Deployment Wizard gives administrators the capability to create NFS / ZFS storage from local ESX storages of all clustered ESX servers and, subsequently, create virtual desktops based on this automated (created) storage.
  • Measure: Unprecedented performance testing, provided through NexentaVSA Performance Analyzer, allows administrators to continually meet an established level of performance for the deployed pool.
  • Calibrate: A basic feature within NexentaVSA is the ability to collect and keep performance data. NexentaVSA re-calibrates to meet pre-set parameters. This means that the pre-set levels for IOPS, latency, and bandwidth do not veer from standard as the system grows.

Il prodotto dovrebbe essere disponibile ad inizio giugno. Per maggiori informazioni: nexenta.com/vsa4view.

Reading Time: < 1 minute

L’esame ufficiale VCAP5-DCD è finalmente stato rilasciato qualche giorno fa con la relativa pagina web che include varie informazioni e il solito blueprint utilizzabile come traccia per lo studio.

Ma vi sono anche altri siti web con numerose altre informazioni e note utili per affrontare la preparazione all’esame:

continue reading…

Reading Time: 2 minutes

Alla fine, dopo il solito beta period e una lunga attesa (oltretutto questa volta i risultati della beta sono usciti prima che l’esame ufficiale venisse rilasciato), l’esame VCAP5-DCD è disponibile a tutti. Tutte le informazioni sono sul sito web ufficiale.

Sono confermati i rumor che davano incluso l’upgrade anche del VCP, ma solo per chi è già VCAP4-DCD e solo per un brebe periodo di tempo. Sinceramente questo aspetto o veniva confermato subito o, ora come ora, è inutile… mi chiedo chi dei VCAP4-DCD non abbia fatto subito l’upgrade a VCP5, prima del 29 febbraio 2012?! A questo punto era molto meglio uno sconto sull’esame!

Come sempre, per tutti gli esami VCAP, è necessario richiedere la VCAP5-DCD Authorization, operazione semplice, ma che può richiedere anche 2 giorni… quindi pianificatela.

Il Blueprint dell’esame è in versione 1.1 e sembra del tutto simile a quello della beta. L’esame VDCD510 consiste in 100 domande che sono un misto tra scelta multipla, drag-and-drop e design (c’è una demo per l’ambiente di design, che comunque è simile a quello dell’esame 4).

Il tempo a disposizione è di 225 minuti con un extra tempo per chi non è in lingua inglese (e svolge l’esame in una nazione non considerata in lingua inglese).

Reading Time: 3 minutes

Ieri sera si è concluso il due giorni di tour de force dell’evento Microsoft Virtualization & Private Cloud Conference 2012.

Inizierei subito a ringraziare gli organizzatori per questa oppurtinità, ma soprattutto ringraziare i partecipanti che hanno effettivamente partecipato in modo attivo e costruttivo.

Proprio la partecipazione è stata impressionante: 55 partecipanti alla sessione serale (ed è un numero notevole, visto che la sessione è finita alle 19:00 per proseguire poi con numerose domande) e ben 64 nella sessione pre-pranzo di ieri (con ancora numerose domande e feedback). Anche i giudizi (che non so se posso rendere pubblici) sono positivi e probabilmente hanno premiato il taglio orientato a non annoiare chi già conosceva gli argomenti ma nel contempo a coinvolgere chi gli argomenti specifici non li conosceva proprio.

D’altro canto mi sono reso conto che in appena 30 minuti le due sessioni (ma noto che non solo le mie) peccavano un po’ di ottimisto sugli obiettivi e sugli argomenti… Il suggerimento agli organizzatori è provare a rivedere la durata di questo tipo di sessioni per incrementarla di almeno 10 min. L’alternativa diventa quella di trattare solo un argomento molto specifico, ma in modo potenzialmente superficiale.

Sarebbe anche bello pensare a dei lab ma ovviamente è impegnativo gestirli. In teoria si potrebbero “riciclare” i lab on line di Microsoft, ma problemi di banda potrebbero gravemente comprometterne la fruibilità.

Come avrete notato ho sempre evitato di parlare di confronti (a meno di richieste particolari) con vSphere sia per cercare di mantenere una posizione neutrale (e comunque avevo già pubblicato un post sull’analisi dei differenti hypervisor), sia perché nella fascia Enterprise al momento il confronto è difficile. Con la versione successiva di Hyper-V almeno l’aspetto feature potrà essere in buona parte compensato (rimarranno vari vantaggi specifici sia per uno che l’altro), come già era intuibile nel confronto Hyper-V 3.0 vs vSphere 5.0. Ma non è solo una questione di feature.

Sicuramente la nuova famiglia System Center 2012 è migliorata in modo particolare e il VMM di fatto diventa un misto tra VMware vCenter Server e vCloud Director a cui possiamo sommare l’Orchestrator che diviene la controparte del vCenter Orchestrator. Quindi anche a livello management, ma soprattutto automazione, le cose si stanno facendo interessanti.

Rimane comunque la validità di eventi formativi ed informativi come questi… al di là che una tecnologia (o un prodotto) possa piacere o meno, solo il conoscere (non necessariamente in modo approfondito) permette di poter esprimere giudizi e fare delle valutazioni (e magari anche apprezzare quello che si è scelto). Scegliere o valutare solo per sentito dire è rischioso e comunque demanda ad altri il potere di influenzare le scelte.

Per informazioni sull’evento vedere anche i post precedenti:

Reading Time: < 1 minute

Per il secondo (e ultimo) giorno della Microsoft Virtualization & Private Cloud Conference 2012 il mio intervento sarà:

  • Titolo: Configurare Clustered Shared Volume e iSCSI per un ambiente in alta affidabilità  |  VC18
  • Abstract: La gestione dello storage è essenziale in un’ambiente in alta affidabilità, soprattutto se si vuole implementare la Live Migration.
    La sessione analizza come gestire gli storage per supportare un Failover Cluster, parleremo del protocollo iSCSI, di come creare e esporre  LUN, di come mapparle sui server e come implementare la ridondanza del canale tramite Multipath.
    Per implementare la Live Migration è necessario utilizzare il nuovo Clustered Shared Volume (CSV), vedremo come funziona, come configurarlo e che problematiche possono esserci in determinate condizioni.
  • Slide: Formato PDF

Benché orientato sugli aspetti dei Failover Cluster in ambiente di virtualizzazione, in questo intervento si tratteranno anche aspetti più generici come la configurazione di storage iSCSI in ambiente Windows (ma i concetti di multi-path sono in realtà indipendenti dal sistema operativo).

Reading Time: < 1 minute

Come già scritto, in questi due giorni sono stato invitato come speaker al Microsoft Virtualization & Private Cloud Conference 2012 con due interventi rispettivamente sul networking (oggi) e sullo storage (domani) in ambito Hyper-V.

Gli interventi saranno di tipo “how-to”, ma voglio anche cercare di fornire una panoramica generale (o almeno metterla nelle slide) e alcuni aspetti di design (alcuni dei quali possono essere applicati a qualunque piattaforma di virtualizzazione).

Per l’intervento di oggi questi i dettagli:

  • Titolo: Gestione del networking in ambiente Hyper-V cluster e supporto per Live Migration  |  VC08
  • Abstract: La progettazione e la corretta configurazione del networking sono essenziali in un ambiente virtuale e lo sono ancora di più se si vuole implementare la Live Migration.La sessione analizza come implementare correttamente un ambiente in alta affidabilità che supporti Live Migration e come configurarlo correttamente. Vedremo inoltre l’impatto che ha sul networking il Clustered Shared Volume quando lavora in redirected mode e come mitigare questo impatto.Vedremo inoltre le nuove funzionalità relative al networking introdotta da Windows Server 8 e Hyper-V 3.0.
  • Slide: Formato PDF

Aspetti che possono interessare tutti sono il desing di una rete e gli aspetti legati al NIC Teaming nei sistemi operativi Windows.

© 2025-2011 vInfrastructure Blog | Disclaimer & Copyright