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Il VMUG Italiano sarà presente mercoledì 7 marzo all’Itway Campus, presso l’ATA Hotel Executive in   Viale Don Luigi Sturzo, 45. Vi sarà anche una sessione prevista per le 11:30 (per maggiori dettagli consultate l’agenda dell’evento). Le slide dell’evento sono scaricabili da questo link: Intro VMUG IT – Itway 2012-03.

Vi aspettiamo!

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Pubblicato su IT Certification Master.

La storia della mia certificazione VCDX è già stata descritta (vedere la pagina relativa) ma non ho detto come la mia vita sia cambiata dopo questa esperienza.

In sostanza ho scelto di non cambiare la mia vita professione (benché di offerte, anche interessanti, me ne siano arrivate). Diciamo che il mio lavoro mi piace e ho quindi scelto di rimanere nella “stessa barca” per portarlo avanti.

Quello che è cambiato è sicuramente l’approccio ai nuovi progetti, la confidienza su quelli complessi e un occhio molto più critico sulle scelte. Di fatto la certificazione VCDX mi è servita per dimostrare che ero sulla “strada giusta” e affinare le mie capacità.

Per concludere, secondo me, una certificazione (e quindi anche la VCDX) non può essere un obiettivo fine a se’ stesso e sicuramente non l’obiettivo finale… ma solo un punto di partenza per continuare a migliorarsi!

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Per leggere l’tntervista completa (in inglese): How To Use Certifications To Become a Virtualization Expert – with Andrea Mauro

IT Certification Master: Raccontaci qualcosa degli inizi della tua carriera e della prima certificazione in ambito IT.

Andrea Mauro: Come molti ho iniziato (tanti anni fa) con il Commodore 64, ma è stato solo dopo la mia prima esperienza con il PC (con il preistorico MS-DOS) che ho capito che la mia passione poteva rivelarsi anche il mio futuro lavorativo. Durante l’Università ho avuto modo di conoscere e prendere confidenza con le prime distribuzioni Linux, che mi hanno permesso di migliorare la mia conoscenza dei Sistemi Operativi e delle reti.

Oggi sono cambiate veramente tante cose: iniziare a studiare e/o lavorare nell’IT è molto più semplice e anche economico (ricordo ancora il prezzo elevato del mio primo PC e di quanto fosse difficile reperire buoni libri e/o della documentazione valida).

La mia prima vera certificazione è stata la VCP3 ottenuta il 26 aprile 2007, quindi non troppo presto (considerato che ho finito l’Università nel 1996). Ci si potrebbe chiedere come mai ho aspettato così tanto prima di intraprendere una certificazione? Un motivo, comune a molti, è stato di natura economica: i primi anni ho lavorato in un posto che non credeva nel valore delle certificazioni. L’altro è che io stesso non credevo nel valore delle certificazioni o quanto meno non ne ero particolarmente convinto.
Del resto, quando avevo iniziato non vi erano certificazioni e bastava dimostrare di saper fare le cose. Con la complessità crescente, non è più così semplice verificare il livello di conoscenza anche perché spesso riveste varie aree e settori. Con queste condizioni, delle certificazioni credibili, possono sicuramente rivelarsi utili.

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Oggi ho sostenuto la beta dell’esame VCAP5-DCD (avevo già scritto a riguardo dell’invito a partecipare alla beta). Per fortuna sono riuscito a trovare un posto in Italia e l’esame almeno non è stato tormentato quanto quello del VCAP4-DCD (qua la storia in inglese). Anzi, per gli italiani c’è pure qualche buona notizia: finalmente all’unico centro (a Milano) abilitato per gli esami VCAP si sono aggiunti altri due centri (uno a Roma e uno a Ravenna)… era ora (se consideriamo che la Svizzera, per fare un esempio vicino a noi, ne ha avuti tre, o forse più, fin da subito).

In generale valgono le considerazioni già fatte sugli esami in beta di VMware. Quindi non discuto tutti gli aspetti generali quali ad esempio i modi di selezione dei partecipanti (anche se stavolta sembra sia stato usato un criterio chiaro: tutti i VCAP4-DCD) o i costi degli esami beta (altri non lo fanno pagare).

L’esame in se’ è sicuramente “provante”: soprattutto per il tempo a disposizione (225 minuti + 30 per i non nativi di lingua inglese) in proporzione alle mole di domande. Domande che sono “solo” 131, ma decisamente articolare: alcune sono lunghe come testo, alcune richiedono di disegnare un schema, altre di creare associazioni. E’ molto facile arrivare alla fine e non avere tempo di rivedere le risposte date (o di essere cotti a tal punto da non avere più voglia di rileggerle).

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Poco dopo il recente acquisto di AppAssure, Dell ha da poco annunciato dei nuovi modelli di storage EqualLogic e la nuova generazione dei server.

Per gli EqualLogic l’annuncio era nell’aria, visto che gli stessi modelli con schede di rete ad 1 Gbps (i PS6100 e PS4100) erano già disponibili da agosto 2011. Ora con i nuovi modelli a 10 Gbps (PS6110 e PS4110) la famiglia è stata finalmente completata. Per maggiori informazioni sull’annuncio vedere quanto riportato da The Register o la pagina sulla Community Dell.

Più interessante (ma comunque aspettata, visto che HP aveva da poco sfornato i suoi nuovi modelli) la nuova generazione G12 dei server PowerEdge che porterà varie novità, di cui forse la più interessante è la Fresh Air Initiative, in grado di ridurre i consumi energetici dei datacenter legati al raffreddamento dei server stessi.

Un’altro importante aspetto è che i nuovi modelli blade paiono essere compatibili con l’enclousure esistente (M1000e) nato con la generazione G10 dei server Dell, permettendo quindi di salvare parte dell’investimento (se ovviamente si hanno sistemi blade). Molto interessante (benché vi sono aspetti non banali da considerare, quali la capacità di I/O) la nuova lama M420 ad un quarto di altezza che permettebe una densità notevole.

Per maggiori informazioni sulla 12ma generazione dei server vedere:

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Sono stati pubblicati da poco i risultati del content sui migliori blog in ambito virtualizzazione. I risultati sono disponibili sul sito vSphere-land.

Con una certa sorpresa apprendo di aver ricevuto qualche voto e che il sito vInfrastructure si è piazzato 54 nella classifica generale e addirittura terzo nella categoria “Favorite New Blog” (con tanto di menzione in alcuni blog, tra cui anche quello del primo classificato)!

Che dire… congratulazioni ai primi e grazie a chiunque abbia espresso un voto a mio favore. Spero di meritarlo e fare di meglio per il futuro (in fondo non è difficile iniziare, ma riuscire poi a mantenere un certo livello).

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Dell ha appena annunciato l’acquisizione di AppAssure, un’azienda indicata come “a global technology leader in back-up and recovery software that protects a company’s entire application infrastructure”; paroloni per dire in sostanza che un’azienda con soluzioni di backup, anche applicativo (per maggiori informazioni vedere il relativo sito web). Con questa acquisizione  Dell cerca di consolidare il suo portfoglio di soluzioni storage, ma soprattutto quello dei servizi. Il segmento della data protection and recovery si stima valga 3.6 billion di dollari e che cresca del 7% ogni anno.

Alcuni aspetti sicuramente interessanti delle soluzioni di backup di AppAssure sono: compatibilità multi-hypervisor (attualmente VMware e Hyper-V, ma che sono anche i due principali hypervisor supportati dagli hardware Dell), il supporto anche per sistemi fisici e per ambienti VDI, la presenza di moduli specifici per backup di alcune applicazioni (di fatto le stesse supportate dall’ultima versione di EqualLogic ASM/WE). Sarà interessante vedere se avremo una forte integrazione tra i software di gestione delle snapshots application-consistency a livello storage e i software di data protection (di fatto estendendo quanto iniziato con CommVault per gestire il backup in modalità offload di volumi EqualLogic).

Dell già da tempo si è spostata da hardware vendor a service vendor (molti preferiscono vedere il focus sul software, ma in realtà, dal mio punto vista, il focus va sui servizi). Negli ultimi anno ha consolidato il suo portfolio con varie acquisizioni nell’ottica di veicolare i servizi su proprie tecnologie e non usare (o usando meno) quelle di terze parti.

Con la parte storage di fatto già assodata (solo alcuni prodotti PowerVault sono prodotti con licenze di terzi e non tecnologie interne a Dell) e con la parte di networking in forte evoluzione (grazie all’acquisto di Force10) ora sembra che Dell si stia muovendo nell’area backup and data protection (e di fatto l’annuncio del DR4000 è stata la prima mossa).

Cosa vorrà dire e cosa dovremo aspettarci? Guardando la pagina di comparazione delle soluzioni AppAssure sembra che il focus sia solo verso Symantec Backup 2010 e Acronis TrueImage, ma il prodotto (almeno quello per ambienti virtuali) sembra molto più vicino a Veeam Backup. Le attuali partnership on backup (a livello worldwide) sono CommVault e Symantec (con in misura minore, e probabilmente in forse riduzione, EMC Legato e Yosemite), ma a livello locale, in molte nazioni, vi sono accordi anche con Veeam e Quest. E, secondo me, saranno proprio questi ultimi i primi a risentire di questa mossa.

Paradossalmente sarà proprio da Veeam che potrebbero arrivare anche forti “dolori”: basta leggere il product data-sheet della soluzione di backup per VMware backup per leggere nelle feature principali dei nomi (Live Recovery™, Recovery Assure™, Universal Recovery™) di tecnologie molto simili a quelle di Veeam Backup. Viene da chiedersi chi le abbia inventate per prima, ma soprattutto chi le abbia registrate per prima. Ci dovremo aspettare lunghe cause legali?

Un’ultima considerazione su come Symantec si stia muovendo anche nella direzione dei backup appliances; ci dovremo aspettare lo stesso da Dell? Secondo me no, o almeno non in questo anno e non in una soluzione completa (il DR4000 ad esempio non integra un software di backup). Di fatto la famiglia dei sistemi PowerVault NX è sufficiente espandibile ed aggiungere un nuovo software come opzione (o come scelta principale) sembra la strada più naturale e semplice.

Per ulteriori considerazioni vedere anche questo post.

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