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banner_veeam7Veeam ha da poco rilasciato la nuova major release del loro prodotto Backup & Replication che introduce numerosi miglioramenti e nuove ed interessanti funzionalità (e anche una nuova edizione).

Molte delle novità sono già note ed ampliamente discusse (in parte sono state trattate in questo post precedente), ora è tempo di provarle sul serio!

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Il 21 luglio avevo ricevuto (come tanti altri) una mail dal team delle certificazioni VMware che mi notificava un cambiamento rilevante nella pagina del trascript page: l’introduzione di un nuovo ID univoco per tutte le certificazioni (che spiega come mai ultimamente non venivano più creati ID specifici per i nuovi VCAP) e consistente anche quello usato dal sito VUE. Il risultato è stato un nuovo transcript con tutti i miei ID rimpiazzati da quello nuovo nella forma: VMW-00061532M-00014099. Notare che l’ultima parte è esattamente il vecchio VCP number. Degli altri numeri invece non vi è più traccia

Il primo pensiero che mi era balenato è che questo fosse il primo passo (ma necessario) per implementare poi un meccanismo di condivisione del proprio transcript (come già avviene per altri vendor):

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Benché oramai vi siano già diversi confronti tra Hyper-V 2012 R2 (che di fatto sarebbe la quarta versione di Hyper-V) e l’attuale versione di vSphere 5.1 (vedere ad esempio: Comparing WS2012 R2 Hyper-V and vSphere 5.1), preferisco mantenere un minimo di consistenza e cercare di comparare gli attuali prodotti esistenti (anche se un anno fa avevo realizzato un confronto non omogeneotra Hyper-V 2012 e vSphere 5.0). Dopo il VMworld US probabilmente vi saranno interessanti annunci e si potranno fare altri discorsi.

La terza versione di Microsoft Hyper-V e VMware ESXi (e più in generale la vSphere suite) 5.1 hanno caratteristiche tecniche (almeno sul piano delle funzionalità) abbastanza simili (e oramai entrambi si sono posizionati come leader nel quadrante di Gartner). Inoltre, per la prima volta, abbiamo assistito ad una riconcorsa di alcune funzionalità da parte di VMware introdotte in vSphere 5.1 per rispondere alle equivalenti funzioni di Hyper-V (è il caso, ad esempio, della VMware vSphere Replication). Inoltre alcune funzionalità (come, ad esempio, lo Storage vMotion sono state spostate verso edizioni inferiori, in particolare verso la Standard edition). Ritengo che una buona competenzione possa essere di aiuto per migliorare i prodotti e che i primi a trarne giovamento siano proprio gli utenti finali che, oltre a poter scegliere, hanno anche molte più funzionalità (ad un costo inferiore)!

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Dopo quasi un mese dall’annuncio della versione 3.2, NAKIVO ha da poco annunciato la versione 4 (che sarà disponibile ancora nel 2013) del loro prodotto Backup & Replication. Oltre alla nuova versione sono state annunciate nuove edizioni della stessa: Enterprise e Cloud Service Provider edition.

Basata sulle funzionalità già consolidate della versione 3, le principali novità della versione 4 sono: multi-tenancy, self-service, scalability, object recovery, backup verification. Per maggiori informazioni il 20 agosto sarà diponibile un webinar su NAKIVO v4 – New Enterprise and Cloud Editions.

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Qualche settimana fa ho avuto l’opportunità di parlare con Steve Crawford, vice president of marketing and business development at Jamcracker Inc, rigiardo la la loro soluzione e la loro visione sul cloud.

Jamcracker è leader mondiale nelle soluzioni di intermediazione per servizi cloud (cloud services brokerage – CSB). Le aziende possono diventare broker di servizi cloud usando le soluzioni Jamcracker Services Delivery Network (JSDN). L’aspetto interessante è che queste soluzioni possono essere implementate on-premise (per aziende grandi e che magari hanno anche una cospiqua parte di private cloud, sia in modalità SaaS, potenzialmente più utile per aziende di tipo PMI.

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In un post precedente, avevo già descritto come creare dei custom ESXi ISO con componenti di terze parti. I tool utilizzati non sono menzionati da VMware e quindi la ISO finale è da considera non supportata (non vuol dire che non funziona, ma solo che potenzialmente non è supportata). Il problema è che la necessità di custom ISO è meno rara di quanto si creda, soprattutto quando esce un nuovo modello di server: senza i driver delle schede di rete, ESXi manco si installa (meno critica l’assenza del driver di storage, visto che alla peggio può essere installato su una chiave USB o una memoria flash).

Alternative possibili sono l’uso dell’immagine custom fornita dal vendor (ma che spesso è una versione di ESXi non aggiornata) o l’uso della versione embedded version (ma anche questa non sempre è aggiornata).

Oppure basta utilizzare il tool ufficiale, che poi è lo stesso alla base della soluzione di AutoDeploy. Anche se non userete mai AutoDeploy, la conoscenza delle sue componenti è comunque utile, almeno per la creazione di immagini ISO personalizzate e/o per preparsi bene all’esame VCAP-DCA.

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In modo del tutto analogo a quanto era stato previsto nel percorso di certificazione VCP-Cloud, VMware ha definito alcune modalità di tipo “cross-path” per agevolare chi possiede certificazioni multiple su percorsi multipli (e quindi se si è già VCP su un altro percorso), togliendo in alcuni casi il requisito dei corsi!

Queste sono le differenti opzioni:

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