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Nel post precedente, si è vista la fase di installazione dell’agente di opvizor. Il passo successivo è configurarlo affinché inizi a raccogliere, collezionare ed inviare i dati da monitorare ed analizzare.

La configurazione può iniziare subito dalla fase di installazione o aprendo un browser sul web server locale e scegliendo il link “Configure opvizor Agent Settings”:

Le prime informazioni da inserire sono quelle relative all’infrastruttura cloud (indicata come Platform Server, che per ora è opvizor.com) inserendo anche le informazioni sull’utente e releative credenziali. Vi sono inoltre da configurare il server di posta e l’eventuale proxy server:

Successivamente è possibile inserire le informazioni relative al vCenter Server (incluse le credenziali di accesso, che nell’esempio sono quelle di Administrator, ma è possibile usare un ruolo configurato ad-hoc):

A questo punto si possono ricontrollare i parametri ed iniziare la raccolta (e l’invio) dei dati:

A tale proposito è possibile iniziarla con Analyze & Upload Now (o prima provarla con Test Run) o inviare manualmente i dati (tramite Manual Upload). Se tutto procede al meglio, il risultato dovrebbe essere qualcosa di simile:

A questo punto è possibile pianificare l’invio periodico ed automatico dei dati:

Il programma è pronto per essere utilizzato. O cliccando sull’icona presente sul desktop, o usando il server web dell’agente o andando direttamente sul sito web opvizor.com web (in tutti e tre i casi, in realtà si andrà proprio sul sito web esterno, nell’area riservata e personalizzata a ciascun utente).

Da notare che l’agente di opvizor invierà delle mail ad ogni upload manuale e periodicamente (ogni settimana). La mail periodica è un report abbastanza dettagliato sul proprio sistema, con anche un riepilogo dei problemi risolti. Questo è solo l’esempio della prima parte della mail:

Issues per Upload

Upload Date New Opened Reopened Closed
2012.07.02 12:37:38 123 101 3 1
2012.07.02 11:48:03 0 99 1 3
2012.07.02 10:54:03 12 90 0 1
2012.07.02 10:51:27 8 86 0 2
2012.07.02 10:20:15 0 217 0 0
2012.07.02 10:18:40 217 0 0 0
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Nel post precedente ho descritto brevemente quali sono le caratteristiche e l’architettura di Opvizor, definendo anche alcuni possibili scenari di utilizzo. Ora vediamo la parte relativa all’installazione. Benché sia un prodotto in modalità SaaS, vi è comunque una parte locale che deve essere installata per raccogliere i dati.

La prima fase è registrarsi sul sito web principale, a quel punto è possibile scaricare l’ultima versione dell’agente (che è il “collettore” dei dati). Da notare che di fatto è un servizio Windows… ho provato a chiedere come mai non avessero sviluppato una virtual appliance, la spiegazione è stata che risultava più grossa da scaricare e paradossalmente nessuno la aveva ancora chiesta.

L’installation è veramente semplice: eseguire l’installer e seguire il wizard. L’ho provata su un Windows Server 2008 R2, ma teoricamente potrebbe andare bene su ogni Windows inclusi quelli “client”. Essendo abbastanza leggero, il vCenter Server (se Windows) potrebbe essere un buon candidato.

Da notare che se si usa un sistema operativo a 64 bit, bisognerà installare la versione a 32 della Java Virtual Machine. Inoltre deve essere in versione 6, dato che con l’ultima versione 7 al momento non funziona:

Per scaricare la “vecchia” versione del Java runtime usare questo link. A questo punto bisogna accettare la licenza del prodotto e scegliere una cartella di destinazione:

Inoltre bisogna specificare una porta locale per un server web server (usato per la configurazione, e volendo anche come “proxy” per il sito web esterno):

A questo punto l’installazione può finalmente iniziare:

Rimane solo da configurare il “collettore”. Vedremo questo step nel prossimo post.

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Opvizor è uno strumento di monitoraggio di ambienti virtuali (al momento supporta solo ambienti vSphere) che può essere utilizzato per analizzare automaticamente l’ambiente, oltre che ad agire in modo pro-attivo, suggerendo soluzioni a problemi evidenziati e/o a possibili problemi futuri (ad esempio potenziali problemi di prestazioni).

Di fatto non si limita al puro monitoraggio, ma permette di:

  • Analyze: controlla e valida le configurazioni dell’ambiente individuando possibili errori o configurazioni non ottimali.
  • Solve: appoggiandosi a regole (più di 400) sviluppate a partire da best practice e casi d’uso, il sistema suggerisce le opportune modifiche.
  • Report: permette anche di documentare e dettagliare il proprio ambiente tramite opportuni report.

L’interfaccia è web oriented ed è molto semplice e pulita, basata su un concetto di ambiente “desktop-oriented”. Rispetto ad un prodotto come VMware vCenter Operation Manager, l’approccio è sicuramente più “tradizionale” e rivolto soprattutto a figure tecniche. Ma rimane comunque semplice, funzionale ed intuitivo.

Quello che però rende carattestico questo prodotto è l’essere cloud-oriented: di fatto è costituito da due parti, una on-premise è semplicemente un “collettore” di dati che poi li spedice alla parte on-the-cloud che è sia il motore di analisi che anche l’interfaccia con l’utente. Possiamo quindi considerarlo di fatto un prodotto di tipo SaaS (fatta salva la tariffazione che invece è per host).

L’architettura è molto simile a quella, per esempio, del VMware Capacity Planner e pure in questo caso vi sono particolari aspetti legati alla sicurezza dei dati. Maggiori dettagli sono sul sito opvizor, e soprattutto in un documento di prodotto estremamente dettagliato (dove sono anche esattamente spiegate le tecniche di anonimizzazione e su quali dati sono applicate).

L’altro aspetto interessante è che l’insieme di regole può essere modificato e, soprattutto, è sviluppato insieme alla comunità (c’è un programma beta particolare per partecipare).

A questo punto ci si può domandare a chi può interessare questa tipologia di prodotto? E soprattutto perché non altri prodotti di monitoraggio già esistenti da tempo. Realtà medio-piccole potrebbero trarre vantaggio, dato che, a parte il “collettore”, non vi sono altre parti on-site e soprattutto non vi sono risorse consumate. Un altro caso d’uso interessante potrebbero essere quelle aziende che esternalizzano alcuni servizi, come ad esempio la manutenzione (in questo scenario, un’interfaccia multi-tenant potrebbe essere un vero plus per chi invece offre servizi di manutenzione o gestione remota).

Per quanto riguarda i possibili sviluppi futuri del prodotto, vi dovrebbere essere sia il supporto a vCloud Director (al momento il collettore parla solo con il vCenter Server) e l’introduzione di specifiche regole a livello “applicativo”, in particolare regole per View e per alcuni applicativi.

Nei post successivi vedrò di commentare l’installazione e la configurazione del prodotto:

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Microsoft ha recentemente fornito maggiori dettagli sulle edizioni di Windows Server 2012 (e sui possibili prezzi). Stiamo ancora parlando di un prodotto in RC, ma, salvo grosse sorprese, dovrebbero essere confermate. Ulteriori informazioni (in inglese) si trovano anche su:

Editions Overview

Edition Ideal for… High Level Feature
Comparison
Licensing Model Pricing
Open NL (US$)
Datacenter Highly virtualized
private & hybrid
cloud environments
Full Windows
Server functionality
with unlimited
virtual instances
Processor + CAL* $4,809**
Standard Low density or non-
virtualized
environments
Full Windows
Server functionality
with two virtual
instances
Processor + CAL* $882**
Essentials Small business
environments
Simpler interface,
pre-configured
connectivity to
cloud based services; no
virtualization rights
Server (25 User
Account Limit)
$425**
Foundation Economical general
purpose server
General purpose
server functionality
with no
virtualization rights
Server (15 User
Account Limit)
OEM Only

*CALs are required for every user or device accessing a server directly or indirectly. See the Product Use Rights for details.
**Pricing represents Open No Level (NL) ERP. For your specific pricing, contact your Microsoft reseller.

Note e considerazioni

Come si nota dalla tabella ci sono alcune implicazioni per gli ambienti virtualizzati. Con l’eliminazione della Enterprise (citando la FAQ ufficiale: Enterprise edition will be retired as part of the Windows Server 2012 release) la soluzione consigliata diventa la Datacenter. Scelta sicuramente comune e usuale per gli ambienti medi e quelli grandi, ma nelle piccole infrastrutture di virtualizzazione non è raro trovarsi con versioni Enterprise (per una questione di costi e magari di poche istanze di Windows). Benché la versione Standard ora fornisca 2 instanze (invece che una sola) rimane comunque un valore inferiore di quelle fornite dalla Enterprise (4).

Diviene anche interessante capire le differenze tra la Standard e la Datacenter: sempre secondo le FAQ ufficiali, entrambe hanno le stesse funzionalità; l’unica differenza è nel numero di instanze virtuali (e ovviamente anche nel costo). Questo implica che la Standard era include funzioni come il Failover Cluster (citando le FAQ: including high availability features like failover clustering).

Benché il prezzo sembri più alto (soprattutto per la Datacenter) bisogna considerare come vengono calcolate le licenze per processore. Da notare che ora anche la Standard è licenziata per processore (e non più per server). Le licenze ora coprono due processori fisici, quindi una licenza Datacenter (o Standard) licenzia un server biprocessore. Al momento non sembrano esserci vincoli sui core (ma in futuro probabilmente le cose cambieranno visto la crescita degli stessi).

Per concludere bisogna evidenziare come altre edizioni sono state soppresse:

  • Web Edition: la motivazione è semplice (e pare forse banale)… i clienti non la chiedevano e usavano invece la standard.
  • HPC Edition: non sparice la soluzione di calcolo distribuito, ma semplicemente sparisce l’edizione di Windows associata. Ora il HPC Pack 2012 diventa un download gratuito per Windows Server 2012 Standard o Datacenter.
  • Windows Small Business: a quanto pare la versione 2011 sarà l’ultima versione SBS. Secondo Microsoft i clienti SBS dovrebbero muoversi verso soluzioni di cloud pubblico, come ad esempio Office 365.
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Nel post precedente, ho descritto come sia possibile integrare la gestione degli storage Dell in Microsoft System Center VMM 2012.

In ambito VMware è altrettanto possibile, ma bisogna considerare due approcci differenti per l’integrazione:

  • L’interfaccia di gestione dello storage può essere incorporata nei tab e/o nei menu di vSphere Client usando un semplice plug-in di vCenter Server. In questo caso si ha un’apparente integrazione ma è più o meno limitata e limitante. Da notare che il plug-in potrebbe avere dei seri limiti quando viene utilizzata il vSphere Web Client.
  • Storage (o chi per lui) e vCenter parlano tra di loro tramite apposite API: in particolare con le funzioni VASA è possibile conoscere le carattistiche dei datastore e delle LUN e ad esempio integrarle con gli Storage Profile. Vi sono poi API specifiche per l’accelerazione e l’offload (VAAI) ma questo è un altro discorso (tanto più che implementato lato storage ed è integrato più con ESXi che con vCenter Server).

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Come scritto in un post precedente, con Microsoft System Center VMM 2012 è possibile gestire alcuni storage compatibili con l’interfaccia SMI-S.

Tra le soluzioni di storage Dell, i PowerVault MD3xxx sono gli unici che implementavano questa funzione e, benchè non espressamente elencati, è possibile gestirli (come descritto nel post relativo).

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In questi ultimi anni, si è assistito, nell’ambito dell’ecosistema legato alla virtualizzazione, a tre fenomeni distinti:

  • il primo è stato il progressivo spostamento da uno specifico hypervisor ad un supporto multi-hypervisor (di fatto all’inizio si parlava persino di ecosistema VMware, oggi più genericamente di ecosistema legato alla virtualizzazione)
  • il secondo è stato il progressivo cambio di alcuni player, con l’aggiunta di nuovi in alcuni settori, ma anche una sostanziale riduzione di quelli esistenti (soprattutto in ambito backup e monitoraggio), dovuto soprattutto ad acquisizioni  (ad esempio Quest aveva “assorbito” VizionCore e VKernel… Platespin è stata acquisita da Novell…)
  • il terzo fenomeno è stata la decisa scesa in campo dei grossi vendor (non necessariamente è un’azione positiva o negativa, ma sicuramente ha aumentato la competizione in alcuni settori): ad esempio VMware ha sviluppato alcuni prodotti in precedenza prerogativa dell’ecosistema (come ad esempio VDR per i backup, benché sia un prodotto non comparabile con gli altri, oppure vCenter Operations Management per il monitoraggio di un’infrastruttura virtuale)… Nel mondo dei backup poi i player storici (e per certi aspetti anche “pachidermici”) sono entrati prepotentemente in gioco con i loro prodotti di backup adeguati ed adattati (non sempre benissimo) agli ambienti virtuali… Ed è notizia di ieri, che Dell ha announciato di voler acquisire Quest Software (“consolidando” ulteriormente l’ecosistema)…

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