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Durante la fase di aggiornamento a vSphere, vi possono essere due approcci differenti per aggiornare gli host: riferli da capo con una reinstallazione o provare ad aggiornarli. Sul sito di VMware si possono trovare degli approfondimenti su questa scelta.

Per comprendere meglio questa scelta è opportuno capire quali sono le differenze tra un host aggiornato ed uno installato da zero con ESXi 5:

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La nuova release del prodotto di virtualizzazione server di Citrix è stata rilasciata il 30 settembre 2011 (XenServer 6.0 is here! ). Per ulteriori informazioni vedere anche le Release Notes for Citrix XenServer 6.0.

Architectural Changes:

  • XenServer è basato sull’hypervisor Xen 4.1.
  • Lo stack di rete standard è basato su Open vSwitch (OVS). OVS è stato introdotto per la prima volta il XS 5.6 FP1 come opzione post-installazione ed è l’equivalente dei distributed virtual switch (DVS) di VMware.
  • Il support per le ottimizzazioni di rete hardware-assisted (SR-IOV) è stato migliorato, in particolare abbinato ai prodotti NetScaler VPX e SDX products.

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Qualche giorno fa, Red Hat ha annunciato la disponibilità della beta di Red Hat Enterprise Virtualization (RHEV) 3.0. La prima beta di RHEV 3.0 era stata annunciata in agosto, ma era disponibile per il download solo a chi disponeva di una RHEV subscription. Ora la versione evaluation è disponibile per il download a chiunque possieda un Red Hat Network account.

Sulle nuove funzionalità e sui miglioramenti, esiste un’apposita pagina (a dire il vero abbastanza “scarna” di informazioni) sul sito RedHat. Alcune nuove funzionalità sono:

  • Red Hat Enterprise Virtualization Manager è diventato un’applicazione Java eseguibile su un JBoss Enterprise Application Platform su Red Hat Enterprise Linux. Sembra una scelta ovvia, ma ricordiamoci che le prime versioni di questo strumento erano solo per piattaforma Windows.
  • E’ stato introdotto uno user portal per il self-provisioning (funzione necessaria per gli ambienti cloud-oriented).
  • E’ stato migliorato la gestione multi-livello e multi-utente, con permessi, Role Based Access control, deleghe e gestione gerarchica.
  • E’ stato aggiunto un sistema integrato di reportistica e analisi dei dati storici.

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Qualche giorno fa, VKernel ha realizzato un post (Hyper-V 3.0: Closing the Gap With vSphere 5) nel quale esegue una comparazione tra il Hyper-V 3.0 con l’attuale vSphere 5.0.

Non ho idea se il post è stato realizzato prima dell’acquisizione da parte di Quest, ma in sostanza non cambia nulla: è comunque una comparazione tra due prodotti che non sono omogenei, anche perché uno saraà rilasciato probabilmente nel prossimo anno, mentre vSphere è stato rilasciato nell’agosto di quest’anno.

Quello che però traspare è il tentativo (ai posteri la sentenza se sarà riuscito o meno) di colmare il divario da VMware, almeno per quanto riguarda l’hypervisor:

Funzionalità sicuramente interessanti di Hyper-V3 saranno:

  • Simultaneously live migrate both the VM and the VM’s disk to a new location.
  • Live migrate VMs without shared storage
  • NIC teaming with out special third-party hardware – something VMware has already been doing and also Microsoft Partners Already Implementing Hyper-V 3 Virtual Switch
  • Drag-and-drop files from one virtual machine to another to directly transfer without having to pass through the host or your workstation.
  • The ability to host virtual disks on file servers – CIFS, SMB, NFS

Dato che Hyper-V3 sarà incluso anche in (alcune versioni di) Windows 8, diventerà interessante vedere se saranno implementati tecniche di migrazione (a freddo o a caldo) tra la piattaforma desktop e quella server. Cosa che comunque (almeno a freddo), Workstation 8 è già in grado di fare oggi (per VMware).

Sarà interessante anche vedere il discorso delle prestazioni, dove ovviamente ogni vendor cerca di tirare l’acqua al suo mulino: in agostot, VMware avera rilasciato i dettagli di un’analisi delle prestazioni realizzato da terze parti, che dimostrava come vSphere 5.0 era di circa il 20% più veloce di Hyper-V2. Chiaramente Microsoft dovrà cercare di colmare anche questo tipo di gap.

Per maggiori informazioni (in inglese):

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Per concludere la serie di articoli sull’aggiornamento di vSphere alla versione 5 riporto alcune considerazioni finali:

  • Sarò ripetitivo, ma controllare l’HCL hardware e software anche perché cambia molto rapidamente: ad esempio nella beta SQL Express 2005 NON era supportato (rendendo complicato l’aggiornamento di “piccoli” vCenter Server con il DB locale) o fino a qualche settimana fa certi storage (come ad esempio i Dell PoverVault MD3x00/MD3x00i) non erano ancora stati inclusi nella lista.
  • Al momento le possibili incompatibilità sono realmente poche: i principali prodotti sono compatibili con vSphere 5. Ma controllare sempre e comunque l’effettivo grado di compatibilità.
  • Ricordarsi che vSphere 5 introduce nuove funzionalità, ma anche un nuovo modello di licenza, che richiede un minimo di analisi iniziale. Per maggiori informazioni vedere vSphere 5 vRAM Entitlement.
  • Il vCenter Server ora è disponibile anche nella versione Linux (ma solo sotto forma di virtual appliance). Bisogna però considerarne anche i possibili limiti.
  • Il nuovo Web Client può essere interessante, ma è comunque limitato. Se si utilizza la parte server sulla stessa macchina del vCenter Server ricordarsi di aumentare la RAM (o vRAM) dello stesso. Da notare che il report delle licenze, integrato in vCenter Server, richiede proprio questa componente.
  • Il nuovo virtual hardware 8 porta alcuni benefici, ma anche una minore portabilità delle VM (ad esempio con View e il local mode). Valutare bene prima di effettuare questo l’upgrade.
  • Come scritto più volte, vSphere 5 presenta novità, ma anche una rottura con il passato per alcuni aspetti. Leggere bene il chi entra e chi esce.

Articoli precedenti:

Articoli simili:

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Aggiornata l’infrastruttura ovviamente bisogna aggiornare anche la parte dei backup. In realtà il consiglio è di pensare prima a questa parte per evitare spiacevoli sorprese di software non funzionante e/o non supportato. Il consiglio è anche i approfittare di questo momento per rivedere, anche in modo critico, le proprie politiche di backup per definire se vi possono essere migliorie e/o approcci diversi.

Benché le vStorage APIs for Data Protection (VADP) siano in buona parte rimaste compatibili vi possono essere alcuni problemi. I principali sono legati al nuovo VMFS5 quando viene acceduto in modalità trasporto SAN e sicuramente qualche potenziale problema vi potrebbe essere con i datastore cluster quando magari è in atto una migrazione di una VM da un datastore ad un altro. Di conseguenza molti programma di backup stanno aggiornando la propria HCL e si annunciano fix o nuove release.

Considerazioni su alcuni possibili scenari:

  • VCB: con vSphere 5 gli script del consolidated backup non sono più supportati (già nella versione 4.1 si usava il VCB abbinato a vSphere 4.0). Per curiosità ho provato ad usare il vecchio framework 1.5 U2 (con transport NBD) e sembra che funzioni ancora, sia in modalità fullvm che in modalità file level!
  • VDR: il nuovo VDR ha un po’ di migliorie (in parte descritte anche in questo articolo) ma l’aggiornamento può presentare qualche criticità (in un paio di casi non è riuscito ad aggiornarmi le destinazioni). Il mio consiglio è di “parcheggiare” il vecchio VDR, partire con uno nuovo e nuove destinazioni e dopo un po’ cancellare quello vecchio. Da notare che il vecchio VDR 1.2 sembra funzionare anche su vSphere 5 (ovviamente con il nuovo plugin), benché nel test che ho fatto mi sia limitato ad un semplice backup e restore di una VM.
  • Veeam Backup: la versione 5.0.2 funziona anche su vSphere 5, ma per risolvere alcuni bug (ad esempio la modalità trasporto SAN) serve un’apposita patch. La nuova versione 6 (non ancora rilasciata) sarà completamente compatibile con vSphere 5).
  • Quest vRanger: la nuova versione 5.2 è certificata vSphere 5.
  • PHD Virtual Backup: la versione 5.3 è compatibile, come riportato dal sito web.
  • Symantec Backup Exec: sembrano supportate sia la 2010 R2 che la R3 (ma ho verificato solo la R3). Per maggiori informazioni vedere la Backup Exec ™ 2010, 2010 R2 and 2010 R3 Software Compatibility List (SCL)
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La parte relativa allo storage, in un percorso di aggiornamento a Sphere 5, è normalmente composta da due fasi distinte: una legata all’aggiornamento del firmware upgrade, che dovrà essere fatta prima dell’upgrade di vSphere se il firmware corrente non è nell’HCL (vedere la parte relativa all’hardware), ed una seconda legata all’aggiornamento dei moduli/plugin/utility, da applicare dopo l’aggiornamento di vSphere.

Nel mio caso, con uno storage di tipo EqualLogic, il livello di firmare minimo richiesto dall’HCL di VMware per ESXi 5 è la serie 4.3 (in realtà ho verificato qualche giorno fa che anche con un firmware 4.0.6 si riesce ad usare ESXi 5), ma per utilizzare alcune funzioni particolari come VAAI e VASA (particolari vStorage API) servirà almeno la serie 5.0. Da notare che i nuovi firmware lavorano tranquillamente anche su vSphere 4.1, quindi è possibile pianificare direttamente l’aggiornamento all’ultimo firmware stabile direttamente prima di procedere all’aggiornamento di vSphere.

Riguardo alla versione da adottare, se è meglio la 5.0.8 o la nuova 5.1.2 io propendo più per la 5.1.2, che benché più giovane è comunque consigliata anche nella HCL di VMware, ma soprattutto ne avete un nuovo modello di EqualLogic vi troverete già i firmware della serie 5.1 (e se lo mettere in un gruppo esistente, tutto i membri del gruppo dovranno avere lo stesso firmware).

Una nota particolare se si usa modulo fornito da Dell per il multi-path nativo (il modulo si chiama MEM ed è scaricabile dal sito del supporto di EqualLogic): la versione 1.0.x non è compatibile con ESXi 5 e quindi il multipath va impostato su fixed prima di aggiornare gli host. Alcuni giorni fa, Dell ha rilasciato la nuova versione 1.1 Early Production Access (EPA) di MEM che è diventata compatibile con ESXi 5. Ovviamente per usuare moduli multi-path di terze parti è richiesta una edizione Enterprise o Enterprise+. Per quanto riguarda il tipo di policy da adottare (se non si usa MEM), l’HCL consiglia quella fixed, mentre in molti documenti Dell è raccomandata quella round robin… personalmente preferisco quella fixed, considerando anche che alcuni hanno lamentato problemi di prestazioni con la modalità round robin su ESXi 5 (non è ancora chiaro da cosa siano causati e se riguarda solo i firmware 5.0.x o anche i 5.1.x).

Per l’integrazione con VASA, occorre installare la nuova versione di Dell Host Integration Tools for VMware® (come descritto in un precedente post) ora disponibile nella versione 3.1.1. Questo virtual appliance fornisce anche una discreta integrazione in vCenter Server di varie funzioni dello storage (come ad esempio il provisioning dei volumi) e dei relativi allarmi.

Infine, raccomando di aggiornare l’utility SAN HeadQuarters (SAN HQ) all’ultima versione (2.2.0). Oltre alle funzioni di monitoraggio, già viste nelle precedenti version, è incluso un interessante strumento di analisi dello spazio e di stima di quello richiesto, oltre che uno strumento di analisi delle prestazioni.

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