Browsing Posts published by Andrea Mauro

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Veeam Certified Engineer (VMCE) è una nuova certificazione tecnica che attesta le capacità tecniche, sia progettuali che implementativi, relative alle soluzioni Veeam.

Avevo già avuto modo di descrivere la certificazione VMCE e suoi requisiti (e anche i suoi benefici), come pure avevo già commentato il livello e i contenuti del corso VMCE (obbligatorio sicuramente per la prima certificazione, ma comunque anche utile ai fini della certificazione stessa). Alla fine ho anche trovato un attimo per studiare in ottica preparazione all’esame e giovedì scorso sono riuscito a passarlo (non so ancora il mio numero VMCE, ma quanto meno il risultato sul sito VUE è confermato).

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Ora che si è conclusa la seconda grande User Conference del VMUG Italiano è decisamente tempo di bilanci (che sono più che positivi), ma anche di feedback (che saranno presto elaborati e pubblicati) e di materiale post-conferenza.

Come promesso le slide e video dell’evento saranno disponibili, ma con tempi diversi: le slide sono già quasi tutte on-line, ma per i video ci vorrà ancora un po’ di tempo visto che l’attività di post-processing richiede la giusta professionalità. Comunque mano mano che il materiale sarà disponibile, aggiornerò i link a questa pagina (oppure guardate direttamente sul sito del vmug.it).

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VMware ESXi può essere installato in varie modalità diverse (in alternativa può essere distribuito con la funzione di AutoDeploy), ma sicuramente la più utilizzata è da CD (ancora oggi l’immagine è quella di un CD anche se ovviamente può essere masterizzato su supporto DVD).

Il problema è che non sempre i server di oggi montano il lettore CD/DVD (ad esempio nei server blade). In questi casi o si utilizza l’interfaccia di management del server (o del blade) specifica del vendor (ad esempio la IOLE per HP o la iDRAC per Dell), oppure bisogna ricorrere ad una modalità di installazione differente: tipicamente via USB o PXE.

Tralasciando la modalità PXE (comunque molto interessante ad esempio per gli ambienti di lab dove si reinstalla molto spesso), la modalità USB è quella più sensata per un’installazione al volo su un sistema senza lettore e senza interfaccia di management.

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Il ripristino granulare delle applicazione è di solito un compito complesso e tedioso che può anche richiedere una buona conoscenza dell’applicazione stessa. Questo perché la maggior parte dei programmi di backup si limita a ripristinare i file dell’applicazione, ma poi bisogna usare specifiche procedure per leggere questi file e il ripristino di particolare oggetti.

Come scritto in post precedenti, Veeam Backup & Replication dispone di modalità differenti per il restore granulare di oggetti applicativi: utilizzando Application Item Recovery (AIR) oppure, per alcune applicationi particolari, usando dei specifici Veeam Explorer.

Per SQL Server attualmente l’unica opzione è usare U-AIR, che però richiede almeno una versione Enterprise del prodotto e la configurazione corretta dell’ambiente di virtual lab.

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Esattamente come successo negli anni passati, le varie proposte di sessioni per il prossimo VMworld 2014 possono essere votate durante la fase di votazione pubblica dei CFP (che andrà dal 5 al 18 maggio, fino alle 11:59 pm PDT). Non ho contato tutte le sessioni, ma pare che siamo sui numeri dell’anno scorso (nei CFP 2013 vi sono state 954 proposte)… quindi c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Cercate le sessioni che vi piacciono, che vi interessano o le persone che vorreste sentir parlare…

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Come probabilmente molti già sanno, è possibile eseguire Hyper-V (o Hyper-V Server) all’interno di una VM in funzione su versioni recenti dei prodotti di virtualizzazione di sistema di VMware (vSphere e Workstation) poiché questi forniscono anche una funzionalità per “emulare” le funzioni hardware (AMD-V o Intel-VT) richiede da hypervisor come Microsoft Hyper-V (ma anche, ad esempio, da Citix XenServer). In realtà se per Workstation è molto semplice (nelle ultime versioni c’è proprio guest Hyper-V), per vSphere vi sono comunque alcuni parametri da impostare.

Rimane decisamente più complicato, eseguire Hyper-V in una VM che giri su altri hypervisor, come ad esempio lo stesso Hyper-V (che non possiede, neppure per le VM Generation-2, la funzione di “emulazione” delle istruzioni hardware necessarie).

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VMware Single Sign On è una nuova componente di VMware vCenter Server, introdotto per la prima volta (e forse non proprio nel modo migliore) con vSphere 5.1, con l’obiettivo di gestire l’autenticazione tra le compomenti di VMware vSphere sia per i servizi che per gli utenti.

Per maggiori informazioni è possibile leggere questo blog post (in inglese): vCenter Single Sign-On Part 1: what is vCenter Single Sign-On?

Il problema ovviamente si verifica quando si dimentica la password dell’amministratore del SSO, visto che è necessario ad ogni aggiunta di una nuova componente, o anche per il semplice aggiornamento o rimozione di componenti esistenti. Oppure per gestire le autorizzazioni degli utenti.

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