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Durante il  primo giorno del VMworld US 2012, VMware ha aggiornato (e cambiato, tra l’altro senza darne troppa evidenza e notizia durante l’evento) la sua pagina delle certificazioni, aggiungendone di nuove (alcune che saranno disponibili tra breve) e, soprattutto, ha definito dei diversi percorsi di certificazioni.

Per le nuove certificazioni non voglio spendere troppe parole, alcune sono state annunciate anche più di un anno fa (come il VCAP-DT), altre sono veramente nuove e relative ai nuovi percorsi (vedere Certification Roadmap) che prevederà 4 percorsi:

  • Datacenter Virtualization (DV) che è già disponibile e completa
  • Cloud (al momento orientata su vCloud Director)
  • End Using Computing (di fatto quello che prima era il percorso DT)
  • Cloud Application Platform

A parte l’ultimo percorso che è più per i programmatori (e specifico per la parte PaaS), gli altri percorsi sono molto simili tra di loro e prevedono tre diversi livelli:

  • Professional: livello iniziale con almeno un esame VCP (l’attuale VCP5 diventerà VCP5-DV, mentre i VCP5-DT e VCP5-IaaS sono già disponibili; notare anche che il percorso Cloud prevede due esami VCP).
  • Advanced: livello intermedio, con almeno due esami VCAP (uno per la parte Administration e uno per la parte di Design; notare che anche per il percorso EUC vi saranno due esami VCAP-DT, mentre invice ve ne saranno tre per il percorso Cloud).
  • Expert: il livello VCDX, ossia il top (e l’attuale certificazione VCDX probabilmente diventerà VCDX-DV).

Il numero di esami e percorsi può forse sembrare eccessivo (e in effetti è stato il mio primo pensiero, anche perché poi bisogna considerare tutti i diversi percorsi di aggiornamento!). Però vanno fatte alcune precisazioni e considerazioni:

  • Non tutti gli esami saranno richiesti: saranno presenti forme di “ereditarietà” verticale tipo quella che c’è stata con la certificazioni VCAP-DV (con il VCP4, ottenendo un esame VCAP5-DV si otteneva anche il VCP5, per un certo periodo di tempo). Vi saranno anche delle forme di “ereditarietà” orizzontale, come ad esempio quella spiegata per l’esame VCP5-Cloud (i VCP5 che conseguono il VCP5-IaaS ottengono anche la certificazioni VCP5-Cloud).
  • Ci saranno, o ci potranno essere, dei percorsi tra le diverse competenze. Questo dovrebbe riguardare anche i VCDX che conseguono altre certificazioni VCDX (al momento non posso fornire ulteriori informazioni, anche perché si tratta di rumor).
  • Notare che il livello iniziale è quello Profession e non è previsto un livello Associated (guarda caso la certificazioni VCA5-DT non esiste e a questo punto non dovrebbe proprio esistere). La motivazione più o meno ufficiale è che il team di certificazione non ha ricevuto riscontro per questo livello e soprattutto non hanno ricevuto richieste dai clienti.

Mi chiedo se i percorsi DV e Cloud potranno un giorno divenire uno solo e soprattutto se dovremo aspettarci un percorso sulla Business Continuity. Va inoltre detto che al momento il percorso EUC è solo su View, ma mi aspetto che in futuro includa anche parti su Mirage e Horizon!

Per concludere, forse avrei preferito un approccio meno a compartimenti stagni (che poi non sono proprio così stagni), ma uno più orientato a delle specializzazioni orientate ai prodotti (ma forse rischia di essere più dispersivo).

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Durante il VMworld US 2012 sono stati annunciati diversi nuovi prodotti VMware, a partire da VMware Cloud Suite 5.1 (annunciato durante la keynote del primo giorno) fino ad arrivare alla potenziale End User Computing Suite (della keynote del secondo giorno, dove però la disponibilità dei prodotti non è ancora stata annunciata).

Per quanto riguarda nuova Cloud Suite, ed in particolare vSphere 5.1, che già ha delle conseguenze dirette, tra le novità (per l’evenco completo vedere Technical Whitepaper: What’s New in VMware vSphere 5.1 – Platform) segnaliamo:

Per quanto riguarda il discorso vRAM in realtà si è già detto molto prima e durante l’evento. Posso solo esprimere, come giudizio personale, che è stata una scelta saggia, sia per semplificare il discorso licenze, ma soprattutto per dare una risposta alle diverse lamentele (poche o tante poco importa) dei clienti che vedevano questa forma di licenza come una specie di vTax sulle macchine virtuali. Di fatto già con il listino di settembre viene eliminato l’entitlement della vRAM dalla licenze.

Per le differenti edizioni (vedere la tabella comparativa) è da segnalare l’Advanced è stata rimossa (non ha avuto una lunga vita) e i clienti in possesso di tale edizione e SnS attiva potranno passare “gratuitamente” alla Enterprise (in realtà non è poi così gratuito, visto che la SnS aumenta) e cosa estremamente interessante, diverse funzionalità sono state portate nell’edizione Standard:

Per quanto riguarda il bundle Essential Plus diventerà più economico (con un prezzo simile a quello precedente all’ultimo aumento) ed includerà queste nuove funzionalità:

Per gli altri kit (vedere comparazione) è da segnalare:

  • Standard Acceleration kit: il nuovo bundle Standard acceleration kit diventa di 6 processori e non più di 8 CPU.
  • Viene aggiunto un nuovo bundle: VMware vSphere 5 Standard with Operations Management Acceleration Kit for 6 processors che include 6 CPUs of vSphere 5 Standard with Operations Management, vCenter Protect Standard, 1 instance of vCenter Server Standard, and 1 instance of VSA.
  • Da segnalare l’introduzione della vSphere Storage Appliance  in ogni accelation kit ad esclusione del bundle Essential
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Nel VMworld di quest’anno le keynote sono state tre, così ripartite:

  • Lunedì 27 agosto: Paul Maritz ha condiviso la sua via vision di come VMware può traghettare i clienti e i partner nell’era del Cloud e ha successivamente introdotti (con un simbolico passaggio di consegne) il nuovo CEO Pat Gelsinger. Sono stati annunciati nuove versioni dei prodotti attuali e confermata la voce della fine della vSphere 5 vRAM Entitlement.
    Then Steve Herrod has discuss and introduced the technology at the heart of the software defined datacenter.
    Watch Mondays General Session
  • Martedì 28 agosto: Steve Herrod introduce la visione di VMware all’End User Computing con l’annuncio di nuovi prodotti e con una spassosa demo tenuta da Vittorio Viarengo. Successivamente i vari Platinum Sponsor (e VMware partner) dimostrano alcuni utilizzi (a volte allo stato dell’arte, altre volte no) della tecnologia.
    Watch Tuesdays General Session
  • Giovedì: keynote non VMware, dove 3 ricercatori (Kevin Slavin, Co-Founder, Area/Code; Dr. Dennis Hong, Director, RoMeLa (Robotics and Mechanisms Lab), Virginia Tech University; and Chris Urmson, Lead, Self-Driving Car Project, Google) dimostrano i risultati delle loro ricerche.
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Si è conclusa con la giornata di ieri (giovedì 30 agosto) l’edizione 2012 del VMworld americano svoltosi quest’anno a San Francisco.

Nei giorni prossimi i resoconti dell’evento!

Intanto la prima conferma: l’evento dell’anno prossimo sarà ancora a San Francisco.

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Nella nuova vCloud suite 5.1 vi sono numerosi miglioramenti e nuove funzionalità nella parte di networking e secuirity.

Per vSphere 5.1 sono, di fatto, novità riguardanti i nuovi distribuited virtual switch (VDS) e si possono sintetizzare nei seguenti punti:

  • Network Health Check support: aiuta ad individuare errori di configurazione tra switch fisici e virtuali.
  • Configuration Backup Restore: finalmente è possibile esportare ed importare la configurazione dei VDS direttamente dal vSphere Web Client.
  • Rollback and recovery: permette di gestire meglio la situazione di host disconnessi dal vCenter Server.
  • Port Mirroring enhancements: nuove funzionalità di troubleshooting con il supporto di RSPAN e ERSPAN.
  • Netdump: permette agli host ESXi senza storage locale (senza stato e/o con Autodeploy) di salvare il core dump tramite rete.
  • Improved Scaling numbers.
  • Other enhancements focused on simplifying the operation of the VDS.

Ma è in vCloud Director 5.1 che vi possono apprezzare il maggior numero di novità e l’applicazione dei concetti di Software Defined Networking (SDN). Gli attori principali sono:

  • VXLAN: elemento base per creare “elastic portable virtual datacenters”: VXLAN technology allows compute resources to be pooled across non-contiguous clusters or pods and then segment this pool into logical networks attached to applications.
    Per maggiori informazioni (in inglese) vedere i post di Scott Lowe e Duncan Epping.
  • App: usato per isolare e proteggere i workload in base ad un trust level.
  • Data Security: usato per proteggere dati “sensibili” e garantire la compliance.
  • Edge: protezione e funzinalità perimetrali, quali load balancing, VPN, NAT, …
  • vShield Manager: integrato con vCenter e vCloud Director per una gestione centralizzata di questi aspetti.,
  • vCloud Network Automation Framework: permette l’introduzione di elementi di terze parti.

Ovviamente le funzioni legate alle VXLAN e alla nuova suite di vShield sono le più evidenti ed interessanti, ma volevo invece discutere di quanto riguarda l’espandibilità di questo framework da parte di altri vendor. Per vSphere già è la norma, per quanto riguarda lo storage e in parte anche il networking (si pensi al Cisco Nexus 1000V). Per vCloud e vSphield invece sono state introdotte alcune novità ed è possibile integrare soluzioni di terze parti a vari livelli:

  • All’interno di una virtual machine.
  • Nella parte di network access edge di una virtual machine.
  • Nella parte di network edge dell’intero virtual datacenter.
  • Nella parte di Management plane.
Sono state introdotte delle nuove interfacce (Netsec API) che andranno a rimpiazzare quelle vecchie di vShield (VMSafe API):
  • Load Balancing, IPS, WAN Optimization e altre soluzioni di networking di terze parti dovranno adottare le Netsec API.
  • Il tipo di integrazione che si otterrà sarà simile a quanto già previsto in Microsoft System Center 2012, che però è limitato (per la parte di networking) solo ai load balancer.
Da notare, che invece, la parte di eEndpoint, come gli antivirus, è implementabile con endpoint security API incluse direttamente nella parte di vSphere.
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Con il nuovo vSphere 5.1, una componente storica è scomparsa per lasciare il posto ad una nuova: VMware Data Recovery (VDR) è stato sostituito dal nuovo VMware vSphere Data Protection (VDP).

VDR è stata la soluzione di backup introdotta con vSphere 4.0 (e attualmente inclusa a partire dall’edizione Essential Plus) che sfrutta le VMware vSphere API for Data Protection (VADP) e il Changed Block Tracking (CBT) per implementare backup agent-less ed incrementali. Ma era comunque un prodotto con molti limiti (in particolare grossi limiti di scalabilità sulla dimensione dei backup e sul numero di VM) e persino con la versione 2.0 (in vSphere 5.0) non ci sono stati cambiamenti sostanziali (a parte un leggero miglioramento nella stabilità).

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Un’altra interessante nuova funzionalità introdutta in vSphere 5.1 è la tecnologia di vSphere Replication (VR). In realtà questa funzione già era stata introdotta nel 2011 con il Site Recovery Manager 5.0 (su vSphere 5.0) per permettere la protezione e replica di VM da un sito ad un altro. La tecnologia di replica agisce a livello VM (ed è quindi storage vendor independent) a differenza della replica a livello di storage array (tipicamente storage vendor depend e di solito più costosa).

La grossa differenza è che ora questa tecnologia è disponibile anche senza SRM a partire dall’edizione Essentials Plus di vSphere 5.1 (ovviamente si può comunque utilizzare anche con SRM). Questo sicuramente è un vantaggio economico non indifferente, visto che non aggiunge costi aggiuntivi!

Lato utente è completamente integrato con il nuovo vSphere Web Client!

Questa mossa sembra una risposta diretta a quella di Microsoft di includere una funzionalità simile nel nuovo Hyper-V3! Ma per certi aspetti rischia di diventare  una mossa che si scontrerà con le soluzioni attualmente esistenti nell’ecosistema.

Da punto di vista tecnico, questa tecnologia non è basata su snapshot a livello di filesystem e non ha impatti diretti nell’esecuzione delle VM: è completamente trasparente a livello VM, a meno di integrare le operazioni di replica con Microsoft Volume Snapshot Service per gestire anche la VM quiescent (e questo ora è possibile sia in VR che in SRM 5.1).

Il funzionamento è del tutto analogo a quello implementato in Site Recovery Manager 5.0, benché ora l’architettura è decisamente più semplice visto che non è più necessaria l’infrastruttura di SRM (probabilmente senza il doppio vCenter Server), benché sia ancora supportata e disponibile. Inoltre le virtual appliance (VA) “VRMS e VRS” di SRM 5.0 sono ora state uniformante in un’unica “VR Appliance”. Rimane sempre il vincolo di una coppia di VA per ogni coppia di siti (con l’interessante supporto anche multi-site, che però è limitato solo a SRM dato che un appliance è associabile SOLO ad un vCenter Server!).

Per come funziona vSphere Replication, agisce solo du VM accese (perché solo in quel caso è possibile applicare un filtro per tracciare i cambiamenti). Per questa ragione non può essere usato in questi casi:

  • VM spente o sospese
  • FT, linked clones, VM templates
  • Le snapshot di VM non sono replicate, ma sono “consolidate” nella destinazione (notare che un’operazione di revert comporta una full re-sync!)
  • Non vmdk disk, come ISO e floppy non possono essere replicati

Vi sono poi alcuni interessanti note da considerare:

  • La replica supporta anche tipi differenti, ad esempio è possibile avere nella sorgente un vmdk in formato thick e nella destinazione uno in formato thin
  • Il minimo Recovery Point Objective (RPO) è di 15 minuti
  • Sono supportate VM in formato virtual hardware 7 o successivo
  • E’ richiesto vCenter Server 5.1 con il nuovo Web Client, ma possono essere usati anche ESXi in versione 5.x!
  • Sono supportati sia lo Storage vMotion che lo Storage DRS, ma con alcune considerazioni ed eccezioni

C’è da evidenziare che in questa soluzione apparentemente semplice, c’è una forte dipendenza da vCenter Server: per poter ripristinare una VM nella parte di DR è necessario disporre di un vCenter Server in loco e prevere su “Recover”. Sicuramente semplice se avete due infastrutture con due vCenter Server. Ma se ne avete solo uno nella sede primaria? In questo caso esiste una procedura (comunque non supportata) descritta in questo post.

Bisogna poi ricordardi anche della seconda dipendenza legata al limite di un singolo pairing tra VA e vCenter Server (sperando che almeno questo limite venga rimosso quanto prima), che sicuramente limita le opzioni in topologie multi-site.

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